Salmi 150

1 Alleluia. Lodate Iddio nel suo santuario, lodatelo nella distesa ove risplende la sua potenza.

2 Lodatelo per le sue gesta, lodatelo secondo la sua somma grandezza.

3 Lodatelo col suon della tromba, lodatelo col saltèro e la cetra.

4 Lodatelo col timpano e le danze, lodatelo con gli strumenti a corda e col flauto.

5 Lodatelo con cembali risonanti, lodatelo con cembali squillanti.

6 Ogni cosa che respira lodi l’Eterno. Alleluia.

Giobbe 1

1 C’era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Iddio e fuggiva il male.

2 Gli erano nati sette figliuoli e tre figliuole;

3 possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di bovi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. E quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali.

4 I suoi figliuoli solevano andare gli uni dagli altri e darsi un convito, ciascuno nel suo giorno: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.

5 E quando la serie dei giorni di convito era finita Giobbe li faceva venire per purificarli; si levava di buon mattino, e offriva un olocausto per ciascun d’essi, perché diceva: “Può darsi che i miei figliuoli abbian peccato ed abbiano rinnegato Iddio in cuor loro”. E Giobbe faceva sempre così.

6 Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro.

7 E l’Eterno disse a Satana: “Donde vieni?” E Satana rispose all’Eterno: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”.

8 E l’Eterno disse a Satana: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male”.

9 E Satana rispose all’Eterno: “E’ egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio?

10 Non l’hai tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle e mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese.

11 Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia”.

12 E l’Eterno disse a Satana: “Ebbene! tutto quello che possiede e in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona”. E Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno.

13 Or accadde che un giorno, mentre suoi figliuoli e le sue figliuole mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli:

14 “I buoi stavano arando e le asine pascevano lì appresso,

15 quand’ecco i Sabei son piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada servitori, e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo”.

16 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “Il fuoco di Dio e caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servitori, e li ha divorati; e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo”.

17 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “I Caldei hanno formato tre bande, si son gettati sui cammelli e li han portati via; hanno passato a fil di spada i servitori, e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo”.

18 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “I tuoi figliuoli e le tue figliuole mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore;

19 ed ecco che un gran vento, venuto dall’altra parte del deserto, ha investito i quattro canti della casa, ch’è caduta sui giovani; ed essi sono morti; e io solo son potuto scampare per venire a dirtelo”.

20 Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello e si rase il capo e si prostrò a terra e adorò e disse:

21 “Nudo sono uscito dal seno di mia madre, e nudo tornerò in seno della terra; l’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno”.

22 In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di mal fatto.

Giobbe 2

1 Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro a presentarsi davanti all’Eterno.

2 E l’Eterno disse a Satana: “Donde vieni?” E Satana rispose all’Eterno: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”. E l’Eterno disse a Satana:

3 “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo”.

4 E Satana rispose all’Eterno: “Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita;

5 ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia”.

6 E l’Eterno disse a Satana: “Ebbene esso è in tuo potere; soltanto, rispetta la sua vita”.

7 E Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno e colpì Giobbe d’un’ulcera maligna dalla pianta de’ piedi al sommo del capo; e Giobbe prese un coccio per grattarsi, e stava seduto nella cenere.

8 E sua moglie gli disse: “Ancora stai saldo nella tua integrità?

9 Ma lascia stare Iddio, e muori!”

10 E Giobbe a lei: “Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d’accettare il male?” In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

11 Or tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Tsofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli eran piombati addosso, partirono, ciascuno dal suo paese e si misero d’accordo per venire a condolersi con lui e a consolarlo.

12 E, levati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e alzarono la voce e piansero; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gittandola verso il cielo.

13 E rimasero seduti per terra, presso a lui, sette giorni e sette notti; e nessuno di loro gli disse verbo, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.

Giobbe 3

1 Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.

2 E prese a dire così:

3 “Perisca il giorno ch’io nacqui e la notte che disse: “E’ concepito un maschio!”

4 Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Iddio dall’alto, né splenda sovr’esso raggio di luce!

5 Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, resti sovr’esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempian di paura!

6 Quella notte diventi preda d’un buio cupo, non abbia la gioia di contar tra i giorni dell’anno, non entri nel novero de’ mesi!

7 Quella notte sia notte sterile, e non vi s’oda grido di gioia.

8 La maledicano quei che maledicono i giorni e sono esperti nell’evocare il drago.

9 Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce e la luce non venga, e non miri le palpebre dell’alba,

10 poiché non chiuse la porta del seno che mi portava, e non celò l’affanno agli occhi miei.

11 Perché non morii nel seno di mia madre? Perché non spirai appena uscito dalle sue viscere?

12 Perché trovai delle ginocchia per ricevermi e delle mammelle da poppare?

13 Ora mi giacerei tranquillo, dormirei, ed avrei così riposo

14 coi re e coi consiglieri della terra che si edificarono mausolei,

15 coi principi che possedean dell’oro e che empiron d’argento le lor case;

16 o, come l’aborto nascosto, non esisterei, sarei come i feti che non videro la luce.

17 Là cessano gli empi di tormentare gli altri. Là riposano gli stanchi,

18 là i prigioni han requie tutti insieme, senz’udir voce d’aguzzino.

19 Piccoli e grandi sono là del pari, e lo schiavo è libero del suo padrone.

20 Perché dar la luce all’infelice e la vita a chi ha l’anima nell’amarezza,

21 i quali aspettano la morte che non viene, e la ricercano più che i tesori nascosti,

22 e si rallegrerebbero fino a giubilarne, esulterebbero se trovassero una tomba?

23 Perché dar vita a un uomo la cui via è oscura? e che Dio ha stretto in un cerchio?

24 Io sospiro anche quando prendo il mio cibo, e i miei gemiti si spandono com’acqua.

25 Non appena temo un male, ch’esso mi colpisce; e quel che pavento, mi piomba addosso.

26 Non trovo posa, né requie, né pace, il tormento è continuo!”

Giobbe 4

1 Allora Elifaz di Teman rispose disse:

2 “Se provassimo a dirti una parola ti darebbe fastidio? Ma chi potrebbe trattener le parole?

3 Ecco tu n’hai ammaestrati molti, hai fortificato le mani stanche;

4 le tue parole hanno rialzato chi stava cadendo, hai raffermato le ginocchia vacillanti;

5 e ora che il male piomba su te, tu ti lasci abbattere; ora ch’è giunto fino a te, sei tutto smarrito.

6 La tua pietà non è forse la tua fiducia, e l’integrità della tua vita la speranza tua?

7 Ricorda: quale innocente perì mai? e dove furono gli uomini retti mai distrutti?

8 Io per me ho visto che coloro che arano iniquità e seminano tormenti, ne mietono i frutti.

9 Al soffio di Dio essi periscono, dal vento del suo corruccio son consumati.

10 Spenta è la voce del ruggente, sono spezzati i denti dei leoncelli.

11 Perisce per mancanza di preda il forte leone, e restan dispersi i piccini della leonessa.

12 Una parola m’è furtivamente giunta, e il mio orecchio ne ha còlto il lieve sussurro.

13 Fra i pensieri delle visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali,

14 uno spavento mi prese, un tremore che mi fece fremer tutte l’ossa.

15 Uno spirito mi passò dinanzi, e i peli mi si rizzarono addosso.

16 Si fermò, ma non riconobbi il suo sembiante; una figura mi stava davanti agli occhi e udii una voce sommessa che diceva:

17 “Può il mortale esser giusto dinanzi a Dio? Può l’uomo esser puro dinanzi al suo Fattore?

18 Ecco, Iddio non si fida de’ suoi propri servi, e trova difetti nei suoi angeli;

19 quanto più in quelli che stanno in case d’argilla, che han per fondamento la polvere e son schiacciati al par delle tignuole!

20 Tra la mattina e la sera sono infranti; periscono per sempre, senza che alcuno se ne accorga.

21 La corda della lor tenda, ecco, è strappata, e muoion senza posseder la sapienza”.

Giobbe 5

1 Chiama pure! C’è forse chi ti risponda? E a qual dei santi vorrai tu rivolgerti?

2 No, il cruccio non uccide che l’insensato e l’irritazione non fa morir che lo stolto.

3 Io ho veduto l’insensato prender radice, ma ben tosto ho dovuto maledirne la dimora.

4 I suoi figli van privi di soccorso, sono oppressi alla porta, e non c’è chi li difenda.

5 L’affamato gli divora la raccolta, gliela rapisce perfino di tra le spine; e l’assetato gli trangugia i beni.

6 Ché la sventura non spunta dalla terra né il dolore germina dal suolo;

7 ma l’uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto.

8 Io però vorrei cercar di Dio, e a Dio vorrei esporre la mia causa:

9 a lui, che fa cose grandi, imperscrutabili, maraviglie senza numero;

10 che spande la pioggia sopra la terra e manda le acque sui campi;

11 che innalza quelli ch’erano abbassati e pone in salvo gli afflitti in luogo elevato;

12 che sventa i disegni degli astuti sicché le loro mani non giungono ad eseguirli;

13 che prende gli abili nella loro astuzia, sì che il consiglio degli scaltri va in rovina.

14 Di giorno essi incorron nelle tenebre, in pien mezzodì brancolan come di notte;

15 ma Iddio salva il meschino dalla spada della lor bocca, e il povero di man del potente.

16 E così pel misero v’è speranza, mentre l’iniquità ha la bocca chiusa.

17 Beato l’uomo che Dio castiga! E tu non isdegnar la correzione dell’Onnipotente;

18 giacché egli fa la piaga, poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono.

19 In sei distrette egli sarà il tuo liberatore e in sette il male non ti toccherà.

20 In tempo di carestia ti scamperà dalla morte, in tempo di guerra dai colpi della spada.

21 Sarai sottratto al flagello della lingua, non temerai quando verrà il disastro.

22 In mezzo al disastro e alla fame riderai, non paventerai le belve della terra;

23 perché avrai per alleate le pietre del suolo, e gli animali de’ campi saran teco in pace.

24 Saprai sicura la tua tenda; e, visitando i tuoi pascoli, vedrai che non ti manca nulla.

25 Saprai che la tua progenie moltiplica, che i tuoi rampolli crescono come l’erba de’ campi.

26 Scenderai maturo nella tomba, come la bica di mannelle che si ripone a suo tempo.

27 Ecco quel che abbiam trovato, riflettendo. Così è. Tu ascolta, e fanne tuo pro”.

Giobbe 6

1 Allora Giobbe rispose e disse:

2 “Ah, se il mio travaglio si pesasse, se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia!

3 Sarebbero trovati più pesanti che la sabbia del mare. Ecco perché le mie parole sono temerarie.

4 Ché le saette dell’Onnipotente mi trafiggono, lo spirito mio ne sugge il veleno; i terrori di Dio si schierano in battaglia contro me.

5 L’asino salvatico raglia forse quand’ha l’erba davanti? mugghia forse il bue davanti alla pastura?

6 Si può egli mangiar ciò ch’è scipito e senza sale? c’è qualche gusto in un chiaro d’uovo?

7 L’anima mia rifiuta di toccare una simil cosa, essa è per me come un cibo ripugnante.

8 Oh, m’avvenisse pur quello che chiedo, e mi desse Iddio quello che spero!

9 Volesse pure Iddio schiacciarmi, stender la mano e tagliare il filo de’ miei giorni!

10 Sarebbe questo un conforto per me, esulterei nei dolori ch’egli non mi risparmia; giacché non ho rinnegato le parole del Santo.

11 Che è mai la mia forza perch’io speri ancora? Che fine m’aspetta perch’io sia paziente?

12 La mia forza è essa forza di pietra? e la mia carne, carne di rame?

13 Non son io ridotto senza energia, e non m’è forse tolta ogni speranza di guarire?

14 Pietà deve l’amico a colui che soccombe, quand’anche abbandoni il timor dell’Onnipotente.

15 Ma i fratelli miei si son mostrati infidi come un torrente, come l’acqua di torrenti che passano.

16 Il ghiaccio li rende torbidi, e la neve vi si scioglie;

17 ma passato il tempo delle piene, svaniscono; quando sentono il caldo, scompariscono dal loro luogo.

18 Le carovane che si dirigon là mutano strada, s’inoltran nel deserto, e vi periscono.

19 Le carovane di Tema li cercavan collo sguardo, i viandanti di Sceba ci contavan su,

20 ma furon delusi nella loro fiducia; giunti sul luogo, rimasero confusi.

21 Tali siete divenuti voi per me: vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura.

22 V’ho forse detto: “Datemi qualcosa” o “co’ vostri beni fate un donativo a favor mio”,

23 o “liberatemi dalla stretta del nemico, o “scampatemi di man dei prepotenti”?

24 Ammaestratemi, e mi starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho errato.

25 Quanto sono efficaci le parole rette! Ma la vostra riprensione che vale?

26 Volete dunque biasimar delle parole? Ma le parole d’un disperato se le porta il vento!

27 Voi sareste capaci di trar la sorte sull’orfano, e di contrattare il vostro amico!

28 Ma pure vi piaccia di rivolgervi a guardarmi, e vedete s’io vi menta in faccia.

29 Mutate consiglio! Non vi sia in voi iniquità! Mutate consiglio, la mia giustizia sussiste.

30 V’è qualche iniquità sulla mia lingua? Il mio palato non distingue più quel ch’è male?

Giobbe 7

1 La vita dell’uomo sulla terra è una milizia; i giorni suoi son simili ai giorni d’un operaio.

2 Come lo schiavo anela l’ombra e come l’operaio aspetta il suo salario,

3 così a me toccan mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore.

4 Non appena mi corico, dico: “Quando mi leverò?” Ma la notte si prolunga, e mi sazio d’agitazioni infino all’alba.

5 La mia carne è coperta di vermi e di croste terrose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.

6 I miei giorni sen vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.

7 Ricordati, che la mia vita e un soffio! L’occhio mio non vedrà più il bene.

8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.

9 La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno de’ morti non ne risalirà;

10 non tornerà più nella sua casa, e il luogo ove stava non lo riconoscerà più.

11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell’angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell’amarezza dell’anima mia.

12 Son io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?

13 Quando dico: “Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena”,

14 tu mi sgomenti con sogni, e mi spaventi con visioni;

15 sicché l’anima mia preferisce soffocare, preferisce a queste ossa la morte.

16 Io mi vo struggendo; non vivrò sempre; deh, lasciami stare; i giorni miei non son che un soffio.

17 Che cosa è l’uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente ad esso,

18 e lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ad ogni istante?

19 Quando cesserai di tener lo sguardo fisso su me? Quando mi darai tempo d’inghiottir la mia saliva?

20 Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che son divenuto un peso a me stesso?

21 E perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; e tu mi cercherai, ma io non sarò più”.

Giobbe 8

1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:

2 “Fino a quando terrai tu questi discorsi e saran le parole della tua bocca come un vento impetuoso?

3 Iddio perverte egli il giudizio? L’Onnipotente perverte egli la giustizia?

4 Se i tuoi figliuoli han peccato contro lui, egli li ha dati in balìa del loro misfatto;

5 ma tu, se ricorri a Dio e implori grazia dall’Onnipotente,

6 se proprio sei puro e integro, certo egli sorgerà in tuo favore, e restaurerà la dimora della tua giustizia.

7 Così sarà stato piccolo il tuo principio, ma la tua fine sarà grande oltre modo.

8 Interroga le passate generazioni, rifletti sull’esperienza de’ padri;

9 giacché noi siam d’ieri e non sappiamo nulla; i nostri giorni sulla terra non son che un’ombra;

10 ma quelli certo t’insegneranno, ti parleranno, e dal loro cuore trarranno discorsi.

11 Può il papiro crescere ove non c’è limo? Il giunco viene egli su senz’acqua?

12 Mentre son verdi ancora, e senza che li si tagli, prima di tutte l’erbe, seccano.

13 Tale la sorte di tutti quei che dimenticano Dio, e la speranza dell’empio perirà.

14 La sua baldanza è troncata, la sua fiducia e come una tela di ragno.

15 Egli s’appoggia alla sua casa, ma essa non regge; vi s’aggrappa, ma quella non sta salda.

16 Egli verdeggia al sole, e i suoi rami si protendono sul suo giardino;

17 le sue radici s’intrecciano sul mucchio delle macerie, penetra fra le pietre della casa.

18 Ma divelto che sia dal suo luogo, questo lo rinnega e gli dice: “Non ti ho mai veduto!”

19 Ecco il gaudio che gli procura la sua condotta! E dalla polvere altri dopo lui germoglieranno.

20 No, Iddio non rigetta l’uomo integro, ne porge aiuto a quelli che fanno il male.

21 Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca, e sulle tue labbra metterà canti d’esultanza.

22 Quelli che t’odiano saran coperti di vergogna, e la tenda degli empi sparirà”.

Giobbe 9

1 Allora Giobbe rispose e disse:

2 “Sì, certo, io so ch’egli e così; e come sarebbe il mortale giusto davanti a Dio?

3 Se all’uomo piacesse di piatir con Dio, non potrebbe rispondergli sovra un punto fra mille.

4 Dio è savio di cuore, è grande in potenza; chi gli ha tenuto fronte e se n’è trovato bene?

5 Egli trasporta le montagne senza che se ne avvedano, nel suo furore le sconvolge.

6 Egli scuote la terra dalle sue basi, e le sue colonne tremano.

7 Comanda al sole, ed esso non si leva; mette un sigillo sulle stelle.

8 Da solo spiega i cieli, e cammina sulle più alte onde del mare.

9 E’ il creatore dell’Orsa, d’Orione, delle Pleiadi, e delle misteriose regioni del cielo australe.

10 Egli fa cose grandi e imperscrutabili, maraviglie senza numero.

11 Ecco, ei mi passa vicino, ed io nol veggo; mi scivola daccanto e non me n’accorgo.

12 Ecco afferra la preda, e chi si opporrà? Chi oserà dirgli: “Che fai?”

13 Iddio non ritira la sua collera; sotto di lui si curvano i campioni della superbia.

14 E io, come farei a rispondergli, a sceglier le mie parole per discuter con lui?

15 Avessi anche ragione, non gli replicherei, ma chiederei mercé al mio giudice.

16 S’io lo invocassi ed egli mi rispondesse, non però crederei che avesse dato ascolto alla mia voce;

17 egli che mi piomba addosso dal seno della tempesta, che moltiplica senza motivo le mie piaghe,

18 che non mi lascia riprender fiato, e mi sazia d’amarezza.

19 Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; se di diritto, ei dice: “Chi mi fisserà un giorno per comparire”?

20 Fossi pur giusto, la mia bocca stessa mi condannerebbe; fossi pure integro, essa mi farebbe dichiarar perverso.

21 Integro! Sì, lo sono! di me non mi preme, io disprezzo la vita!

22 Per me è tutt’uno! perciò dico: “Egli distrugge ugualmente l’integro ed il malvagio.

23 Se un flagello, a un tratto, semina la morte, egli ride dello sgomento degli innocenti.

24 La terra è data in balìa dei malvagi; ei vela gli occhi ai giudici di essa; se non è lui, chi è dunque”?

25 E i miei giorni se ne vanno più veloci d’un corriere; fuggono via senz’aver visto il bene;

26 passan rapidi come navicelle di giunchi, come l’aquila che piomba sulla preda.

27 Se dico: “Voglio dimenticare il mio lamento, deporre quest’aria triste e rasserenarmi”,

28 sono spaventato di tutti i miei dolori, so che non mi terrai per innocente.

29 Io sarò condannato; perché dunque affaticarmi invano?

30 Quand’anche mi lavassi con la neve e mi nettassi le mani col sapone,

31 tu mi tufferesti nel fango d’una fossa, le mie vesti stesse m’avrebbero in orrore.

32 Dio non è un uomo come me, perch’io gli risponda e che possiam comparire in giudizio assieme.

33 Non c’è fra noi un arbitro, che posi la mano su tutti e due!

34 Ritiri Iddio d’addosso a me la sua verga; cessi dallo spaventarmi il suo terrore;

35 allora io parlerò senza temerlo, giacché sento di non essere quel colpevole che sembro.