Giobbe 30

1 E ora servo di zimbello a dei più giovani di me, i cui padri non mi sarei degnato di mettere fra i cani del mio gregge!

2 E a che m’avrebbe servito la forza delle lor mani? Gente incapace a raggiungere l’età matura,

3 smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare il deserto, la terra da tempo nuda e desolata,

4 strappando erba salsa presso ai cespugli, ed avendo per pane radici di ginestra.

5 Sono scacciati di mezzo agli uomini, grida lor dietro la gente come dietro al ladro,

6 abitano in burroni orrendi, nelle caverne della terra e fra le rocce;

7 ragliano fra i cespugli, si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;

8 gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate.

9 E ora io sono il tema delle loro canzoni, il soggetto dei loro discorsi.

10 Mi aborrono, mi fuggono, non si trattengono dallo sputarmi in faccia.

11 Non han più ritegno, m’umiliano, rompono ogni freno in mia presenza.

12 Questa genia si leva alla mia destra, m’incalzano, e si appianano le vie contro di me per distruggermi.

13 Hanno sovvertito il mio cammino, lavorano alla mia ruina, essi che nessuno vorrebbe soccorrere!

14 S’avanzano come per un’ampia breccia, si precipitano innanzi in mezzo alle ruine.

15 Terrori mi si rovesciano addosso; l’onor mio è portato via come dal vento, è passata come una nube la mia felicità.

16 E ora l’anima mia si strugge in me, m’hanno còlto i giorni dell’afflizione.

17 La notte mi trafigge, mi stacca l’ossa, e i dolori che mi rodono non hanno posa.

18 Per la gran violenza del mio male la mia veste si sforma, mi si serra addosso come la tunica.

19 Iddio m’ha gettato nel fango, e rassomiglio alla polvere e alla cenere.

20 Io grido a te, e tu non mi rispondi; ti sto dinanzi, e tu mi stai a considerare!

21 Ti sei mutato in nemico crudele verso di me; mi perseguiti con la potenza della tua mano.

22 Mi levi per aria, mi fai portar via dal vento, e mi annienti nella tempesta.

23 Giacché, lo so, tu mi meni alla morte, alla casa di convegno di tutti i viventi.

24 Ma chi sta per perire non protende la mano? e nell’angoscia sua non grida al soccorso?

25 Non piangevo io forse per chi era nell’avversità? l’anima mia non era ella angustiata per il povero?

26 Speravo il bene, ed è venuto il male; aspettavo la luce, ed è venuta l’oscurità!

27 Le mie viscere bollono e non hanno requie, son venuti per me giorni d’afflizione.

28 Me ne vo tutto annerito, ma non dal sole; mi levo in mezzo alla raunanza, e grido aiuto;

29 son diventato fratello degli sciacalli, compagno degli struzzi.

30 La mia pelle è nera, e cade a pezzi; le mie ossa son calcinate dall’arsura.

31 La mia cetra non dà più che accenti di lutto, e la mia zampogna voce di pianto.

Giobbe 31

1 Io avevo stretto un patto con gli occhi miei; come dunque avrei fissati gli sguardi sopra una vergine?

2 Che parte mi avrebbe assegnata Iddio dall’alto e quale eredità m’avrebbe data l’Onnipotente dai luoghi eccelsi?

3 La sventura non è ella per il perverso e le sciagure per quelli che fanno il male?

4 Iddio non vede egli le mie vie? non conta tutti i miei passi?

5 Se ho camminato insieme alla menzogna, se il piede mio s’è affrettato dietro alla frode

6 (Iddio mi pesi con bilancia giusta e riconoscerà la mia integrità)

7 se i miei passi sono usciti dalla retta via, se il mio cuore è ito dietro ai miei occhi, se qualche sozzura mi s’è attaccata alle mani,

8 ch’io semini e un altro mangi, e quel ch’è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

9 Se il mio cuore s’è lasciato sedurre per amor d’una donna, se ho spiato la porta del mio prossimo,

10 che mia moglie giri la macina ad un altro, e che altri abusino di lei!

11 Poiché quella è una scelleratezza, un misfatto punito dai giudici,

12 un fuoco che consuma fino a perdizione, e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva, quand’eran meco in lite,

14 che farei quando Iddio si levasse per giudicarmi, e che risponderei quando mi esaminasse?

15 Chi fece me nel seno di mia madre non fece anche lui? non ci ha formati nel seno materno uno stesso Iddio?

16 Se ho rifiutato ai poveri quel che desideravano, se ho fatto languire gli occhi della vedova,

17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane senza che l’orfano ne mangiasse la sua parte,

18 io che fin da giovane l’ho allevato come un padre, io che fin dal seno di mia madre sono stato guida alla vedova,

19 se ho visto uno perire per mancanza di vesti o il povero senza una coperta,

20 se non m’hanno benedetto i suoi fianchi, ed egli non s’è riscaldato colla lana dei miei agnelli,

21 se ho levato la mano contro l’orfano perché mi sapevo sostenuto alla porta…

22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio si spezzi e cada!

23 E invero mi spaventava il castigo di Dio, ed ero trattenuto dalla maestà di lui.

24 Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia speranza”,

25 se mi son rallegrato che le mie ricchezze fosser grandi e la mia mano avesse molto accumulato,

26 se, contemplando il sole che raggiava e la luna che procedeva lucente nel suo corso,

27 il mio cuore, in segreto, s’è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano

28 (misfatto anche questo punito dai giudici ché avrei difatti rinnegato l’Iddio ch’è di sopra),

29 se mi son rallegrato della sciagura del mio nemico ed ho esultato quando gli ha incolto sventura

30 (io, che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31 se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32 (lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33 se, come fan gli uomini, ho coperto i miei falli celando nel petto la mia iniquità,

34 perché avevo paura della folla e dello sprezzo delle famiglie al punto da starmene queto e non uscir di casa…

35 Oh, avessi pure chi m’ascoltasse!… ecco qua la mia firma! l’Onnipotente mi risponda! Scriva l’avversario mio la sua querela,

36 ed io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema!

37 Gli renderò conto di tutt’i miei passi, a lui m’appresserò come un principe!

38 Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40 che invece di grano mi nascano spine, invece d’orzo mi crescano zizzanie!” Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

Giobbe 32

1 Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe perché egli si credeva giusto.

2 Allora l’ira di Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, della tribù di Ram, s’accese:

3 s’accese contro Giobbe, perché riteneva giusto sé stesso anziché Dio; s’accese anche contro i tre amici di lui perché non avean trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe.

4 Ora, siccome quelli erano più attempati di lui,

5 Elihu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta, s’accese d’ira.

6 Ed Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, rispose e disse: “Io son giovine d’età e voi siete vecchi; perciò mi son tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.

7 Dicevo: “Parleranno i giorni, e il gran numero degli anni insegnerà la sapienza”.

8 Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.

9 Non quelli di lunga età sono sapienti, né i vecchi son quelli che comprendono il giusto.

10 Perciò dico: “Ascoltatemi; vi esporrò anch’io il mio pensiero”.

11 Ecco, ho aspettato i vostri discorsi, ho ascoltato i vostri argomenti, mentre andavate cercando altre parole.

12 V’ho seguito attentamente, ed ecco, nessun di voi ha convinto Giobbe, nessuno ha risposto alle sue parole.

13 Non avete dunque ragione di dire: “Abbiam trovato la sapienza! Dio soltanto lo farà cedere; non l’uomo!”

14 Egli non ha diretto i suoi discorsi contro a me, ed io non gli risponderò colle vostre parole.

15 Eccoli sconcertati! non rispondon più, non trovan più parole.

16 Ed ho aspettato che non parlassero più, che restassero e non rispondessero più.

17 Ma ora risponderò anch’io per mio conto, esporrò anch’io il mio pensiero!

18 Perché son pieno di parole, e lo spirito ch’è dentro di me mi stimola.

19 Ecco, il mio seno è come vin rinchiuso, è simile ad otri pieni di vin nuovo, che stanno per scoppiare.

20 Parlerò dunque e mi solleverò, aprirò le labbra e risponderò!

21 E lasciate ch’io parli senza riguardi personali, senza adulare alcuno;

22 poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Fattore tosto mi torrebbe di mezzo.

Giobbe 33

1 Ma pure, ascolta, o Giobbe, il mio dire, porgi orecchio a tutte le mie parole!

2 Ecco, apro la bocca, la lingua parla sotto il mio palato.

3 Nelle mie parole è la rettitudine del mio cuore; e le mie labbra diran sinceramente quello che so.

4 Lo spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita.

5 Se puoi, rispondimi; prepara le tue ragioni, fatti avanti!

6 Ecco, io sono uguale a te davanti a Dio; anch’io, fui tratto dall’argilla.

7 Spavento di me non potrà quindi sgomentarti, e il peso della mia autorità non ti potrà schiacciare.

8 Davanti a me tu dunque hai detto (e ho bene udito il suono delle tue parole):

9 “Io sono puro, senza peccato; sono innocente, non c’è iniquità in me;

10 ma Dio trova contro me degli appigli ostili, mi tiene per suo nemico;

11 mi mette i piedi nei ceppi, spia tutti i miei movimenti”.

12 E io ti rispondo: In questo non hai ragione; giacché Dio è più grande dell’uomo.

13 Perché contendi con lui? poich’egli non rende conto d’alcuno dei suoi atti.

14 Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada;

15 parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti;

16 allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti,

17 per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia;

18 per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale.

19 L’uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall’agitazione incessante delle sue ossa;

20 quand’egli ha in avversione il pane, e l’anima sua schifa i cibi più squisiti;

21 la carne gli si consuma, e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escon fuori,

22 l’anima sua si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che dànno la morte.

23 Ma se, presso a lui, v’è un angelo, un interprete, uno solo fra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere,

24 Iddio ha pietà di lui e dice: “Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto”.

25 Allora la sua carne divien fresca più di quella d’un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza;

26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto.

27 Ed egli va cantando fra la gente e dice: “Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.

28 Iddio ha riscattato l’anima mia, onde non scendesse nella fossa e la mia vita si schiude alla luce!”

29 Ecco, tutto questo Iddio lo fa due, tre volte, all’uomo,

30 per ritrarre l’anima di lui dalla fossa, perché su di lei splenda la luce della vita.

31 Sta’ attento, Giobbe, dammi ascolto; taci, ed io parlerò.

32 Se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, ché io vorrei poterti dar ragione.

33 Se no, tu dammi ascolto, taci, e t’insegnerò la saviezza”.

Giobbe 34

1 Elihu riprese a parlare e disse:

2 “O voi savi, ascoltate le mie parole! Voi che siete intelligenti, prestatemi orecchio!

3 Poiché l’orecchio giudica dei discorsi, come il palato assapora le vivande.

4 Scegliamo quello ch’è giusto, riconosciamo fra noi quello ch’è buono.

5 Giobbe ha detto: “Sono giusto, ma Dio mi nega giustizia;

6 ho ragione, e passo da bugiardo; la mia ferita è incurabile, e sono senza peccato”.

7 Dov’è l’uomo che al par di Giobbe tracanni gli empi scherni come l’acqua,

8 cammini in compagnia de’ malfattori, e vada assieme con gli scellerati?

9 Poiché ha detto: “Non giova nulla all’uomo l’avere il suo diletto in Dio”.

10 Ascoltatemi dunque, o uomini di senno! Lungi da Dio il male, lungi dall’Onnipotente l’iniquità!

11 Poich’egli rende all’uomo secondo le sue opere, e fa trovare a ognuno il salario della sua condotta.

12 No, di certo Iddio non commette ingiustizie! l’Onnipotente non perverte il diritto.

13 Chi gli ha dato il governo della terra? Chi ha affidato l’universo alla sua cura?

14 S’ei non ponesse mente che a sé stesso, se ritirasse a sé il suo spirito e il suo soffio,

15 ogni carne perirebbe d’un tratto, l’uomo ritornerebbe in polvere.

16 Se tu se’ intelligente, ascolta questo, porgi orecchio alla voce delle mie parole.

17 Uno che odiasse la giustizia potrebbe governare? E osi tu condannare il Giusto, il Potente,

18 che chiama i re “uomini da nulla” e i principi: “scellerati”?

19 che non porta rispetto all’apparenza de’ grandi, che non considera il ricco più del povero, perché son tutti opera delle sue mani?

20 In un attimo, essi muoiono; nel cuor della notte, la gente del popolo è scossa e scompare, i potenti son portati via, senza man d’uomo.

21 Perché Iddio tien gli occhi aperti sulle vie de’ mortali, e vede tutti i lor passi.

22 Non vi son tenebre, non v’è ombra di morte, ove possa nascondersi chi opera iniquamente.

23 Dio non ha bisogno d’osservare a lungo un uomo per trarlo davanti a lui in giudizio.

24 Egli fiacca i potenti, senza inchiesta; e ne stabilisce altri al loro posto;

25 poich’egli conosce le loro azioni; li abbatte nella notte, e son fiaccati;

26 li colpisce come dei malvagi, in presenza di tutti,

27 perché si sono sviati da lui e non hanno posto mente ad alcuna delle sue vie;

28 han fatto salire a lui il gemito del povero, ed egli ha dato ascolto al gemito degli infelici.

29 Quando Iddio dà requie chi lo condannerà? Chi potrà contemplarlo quando nasconde il suo volto a una nazione ovvero a un individuo,

30 per impedire all’empio di regnare, per allontanar dal popolo le insidie?

31 Quell’empio ha egli detto a Dio: “Io porto la mia pena, non farò più il male,

32 mostrami tu quel che non so vedere; se ho agito perversamente, non lo farò più”?

33 Dovrà forse Iddio render la giustizia a modo tuo, che tu lo critichi? Ti dirà forse: “Scegli tu, non io, quello che sai, dillo”?

34 La gente assennata e ogni uomo savio che m’ascolta, mi diranno:

35 “Giobbe parla senza giudizio, le sue parole sono senza intendimento”.

36 Ebbene, sia Giobbe provato sino alla fine! poiché le sue risposte son quelle degli iniqui,

37 poiché aggiunge al peccato suo la ribellione, batte le mani in mezzo a noi, e moltiplica le sue parole contro Dio”.

Giobbe 35

1 Poi Elihu riprese il discorso e disse:

2 “Credi tu d’aver ragione quando dici: “Dio non si cura della mia giustizia”?

3 Infatti hai detto: “Che mi giova? che guadagno io di più a non peccare?”

4 Io ti darò la risposta: a te ed agli amici tuoi.

5 Considera i cieli, e vedi! guarda le nuvole, come sono più in alto di te!

6 Se pecchi, che torto gli fai? Se moltiplichi i tuoi misfatti, che danno gli rechi?

7 Se sei giusto, che gli dài? Che ricev’egli dalla tua mano?

8 La tua malvagità non nuoce che al tuo simile, e la tua giustizia non giova che ai figli degli uomini.

9 Si grida per le molte oppressioni, si levano lamenti per la violenza dei grandi;

10 ma nessuno dice: “Dov’è Dio, il mio creatore, che nella notte concede canti di gioia,

11 che ci fa più intelligenti delle bestie de’ campi e più savi degli uccelli del cielo?”

12 Si grida, sì, ma egli non risponde, a motivo della superbia dei malvagi.

13 Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l’Onnipotente non ne fa nessun caso.

14 E tu, quando dici che non lo scorgi, la causa tua gli sta dinanzi; sappilo aspettare!

15 Ma ora, perché la sua ira non punisce, perch’egli non prende rigorosa conoscenza delle trasgressioni,

16 Giobbe apre vanamente le labbra e accumula parole senza conoscimento”.

Giobbe 36

1 Poi Elihu seguitando disse:

2 “Aspetta un po’, io t’istruirò; perché c’è da dire ancora a pro di Dio.

3 Io trarrò la mia scienza da lontano e renderò giustizia a colui che m’ha fatto.

4 Per certo, le mie parole non son bugiarde; ti sta dinanzi un uomo dotato di perfetta scienza.

5 Ecco, Iddio è potente, ma non disdegna nessuno; è potente per la forza dell’intelletto suo.

6 Ei non lascia viver l’empio, e fa ragione ai miseri.

7 Non storna lo sguardo suo dai giusti, ma li pone coi re sul trono, ve li fa sedere per sempre, e così li esalta

8 Se gli uomini son talora stretti da catene se son presi nei legami dell’afflizione,

9 Dio fa lor conoscere la lor condotta, le loro trasgressioni, giacché si sono insuperbiti;

10 egli apre così i loro orecchi a’ suoi ammonimenti, e li esorta ad abbandonare il male.

11 Se l’ascoltano, se si sottomettono, finiscono i loro giorni nel benessere, e gli anni loro nella gioia;

12 ma, se non l’ascoltano, periscon trafitti da’ suoi dardi, muoiono per mancanza d’intendimento.

13 Gli empi di cuore s’abbandonano alla collera, non implorano Iddio quand’ei gl’incatena;

14 così muoiono nel fior degli anni, e la lor vita finisce come quella dei dissoluti;

15 ma Dio libera l’afflitto mediante l’afflizione, e gli apre gli orecchi mediante la sventura.

16 Te pure ei vuol trarre dalle fauci della distretta, al largo, dove non è più angustia, e coprir la tua mensa tranquilla di cibi succulenti.

17 Ma, se giudichi le vie di Dio come fan gli empi, il giudizio e la sentenza di lui ti piomberanno addosso.

18 Bada che la collera non ti trasporti alla bestemmia, e la grandezza del riscatto non t’induca a fuorviare!

19 Farebbe egli caso delle tue ricchezze? Non han valore per lui, né l’oro, né tutta la possanza dell’opulenza.

20 Non anelare a quella notte che porta via i popoli dal luogo loro.

21 Guardati bene dal volgerti all’iniquità, tu che sembri preferirla all’afflizione.

22 Vedi, Iddio è eccelso nella sua potenza; chi può insegnare come lui?

23 Chi gli prescrive la via da seguire? Chi osa dirgli: “Tu hai fatto male?”

24 Pensa piuttosto a magnificar le sue opere; gli uomini le celebrano nei loro canti,

25 tutti le ammirano, il mortale le contempla da lungi.

26 Sì, Iddio è grande e noi non lo possiam conoscere; incalcolabile è il numero degli anni suoi.

27 Egli attrae a sé le gocciole dell’acqua; dai vapori ch’egli ha formato stilla la pioggia.

28 Le nubi la spandono, la rovesciano sulla folla de’ mortali.

29 E chi può capire lo spiegamento delle nubi, i fragori che scoppiano nel suo padiglione?

30 Ecco, ora egli spiega intorno a sé la sua luce, or prende per coperta le profondità del mare.

31 Per tal modo punisce i popoli, e dà loro del cibo in abbondanza.

32 S’empie di fulmini le mani, e li lancia contro gli avversari.

33 Il rombo del tuono annunzia ch’ei viene, gli animali lo presenton vicino.

Giobbe 37

1 A tale spettacolo il cuor mi trema e balza fuor del suo luogo.

2 Udite, udite il fragore della sua voce, il rombo che esce dalla sua bocca!

3 Egli lo lancia sotto tutti i cieli e il suo lampo guizza fino ai lembi della terra.

4 Dopo il lampo, una voce rugge; egli tuona con la sua voce maestosa; e quando s’ode la voce, il fulmine non e già più nella sua mano.

5 Iddio tuona con la sua voce maravigliosamente; grandi cose egli fa che noi non intendiamo.

6 Dice alla neve: “Cadi sulla terra!” lo dice al nembo della pioggia, al nembo delle piogge torrenziali.

7 Rende inerte ogni mano d’uomo, onde tutti i mortali, che son opera sua, imparino a conoscerlo.

8 Le bestie selvagge vanno nel covo, e stan ritirate entro le tane.

9 Dai recessi del sud viene l’uragano, dagli aquiloni il freddo.

10 Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e si contrae la distesa dell’acque.

11 Egli carica pure le nubi d’umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi

12 ed esse, da lui guidate, vanno vagando nei lor giri per eseguir quanto ei loro comanda sopra la faccia di tutta la terra;

13 e le manda o come flagello, o come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà.

14 Porgi l’orecchio a questo, o Giobbe; fermati, e considera le maraviglie di Dio!

15 Sai tu come Iddio le diriga e faccia guizzare il lampo dalle sue nubi?

16 Conosci tu l’equilibrio delle nuvole, le maraviglie di colui la cui scienza è perfetta?

17 Sai tu come mai gli abiti tuoi sono caldi quando la terra s’assopisce sotto il soffio dello scirocco?

18 Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo?

19 Insegnaci tu che dirgli!… Nelle tenebre nostre, noi non abbiam parole.

20 Gli si annunzierà forse ch’io voglio parlare? Ma chi mai può bramare d’essere inghiottito?

21 Nessuno può fissare il sole che sfolgora ne’ cieli quando v’è passato il vento a renderli tersi.

22 Dal settentrione viene l’oro; ma Dio è circondato da una maestà terribile;

23 l’Onnipotente noi non lo possiam scoprire. Egli è grande in forza, in equità, in perfetta giustizia; egli non opprime alcuno.

24 Perciò gli uomini lo temono; ei non degna d’uno sguardo chi si presume savio”.

Giobbe 38

1 Allora l’Eterno rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse:

2 “Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?

3 Orsù, cingiti i lombi come un prode; io ti farò delle domande e tu insegnami!

4 Dov’eri tu quand’io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.

5 Chi ne fissò le dimensioni? giacché tu il sai! chi tirò sovr’essa la corda da misurare?

6 Su che furon poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare

7 quando le stelle del mattino cantavan tutte assieme e tutti i figli di Dio davan in gridi di giubilo?

8 Chi chiuse con porte il mare balzante fuor dal seno materno,

9 quando gli detti le nubi per vestimento e per fasce l’oscurità,

10 quando gli tracciai de’ confini, gli misi sbarre e porte,

11 e dissi: “Fin qui tu verrai, e non oltre; qui si fermerà l’orgoglio de’ tuoi flutti?”

12 Hai tu mai, in vita tua, comandato al mattino? o insegnato il suo luogo all’aurora,

13 perch’ella afferri i lembi della terra, e ne scuota via i malvagi?

14 La terra si trasfigura come creta sotto il sigillo, e appar come vestita d’un ricco manto;

15 i malfattori sono privati della luce loro, e il braccio, alzato già, è spezzato.

16 Sei tu penetrato fino alle sorgenti del mare? hai tu passeggiato in fondo all’abisso?

17 Le porte della morte ti son esse state scoperte? Hai tu veduto le porte dell’ombra di morte?

18 Hai tu abbracciato collo sguardo l’ampiezza della terra? Parla, se la conosci tutta!

19 Dov’è la via che guida al soggiorno della luce? E la tenebra dov’è la sua dimora?

20 Le puoi tu menare verso i loro domini, e sai tu bene i sentieri per ricondurle a casa?

21 Lo sai di sicuro! ché tu eri, allora, già nato, e il numero de’ tuoi giorni è grande!…

22 Sei tu entrato ne’ depositi della neve? Li hai visti i depositi della grandine

23 ch’io tengo in serbo per i tempi della distretta, pel giorno della battaglia e della guerra?

24 Per quali vie si diffonde la luce e si sparge il vento orientale sulla terra?

25 Chi ha aperto i canali all’acquazzone e segnato la via al lampo dei tuoni,

26 perché la pioggia cada sulla terra inabitata, sul deserto ove non sta alcun uomo,

27 e disseti le solitudini desolate, sì che vi germogli e cresca l’erba?

28 Ha forse la pioggia un padre? o chi genera le gocce della rugiada?

29 Dal seno di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce?

30 Le acque, divenute come pietra, si nascondono, e la superficie dell’abisso si congela.

31 Sei tu che stringi i legami delle Pleiadi, o potresti tu scioglier le catene d’Orione?

32 Sei tu che, al suo tempo, fai apparire le costellazioni e guidi la grand’Orsa insieme a’ suoi piccini?

33 Conosci tu le leggi del cielo? e regoli tu il dominio di esso sulla terra?

34 Puoi tu levar la voce fino alle nubi, e far che abbondanza di pioggia ti ricopra?

35 I fulmini parton forse al tuo comando? Ti dicono essi: “Eccoci qua”?

36 Chi ha messo negli strati delle nubi sapienza, o chi ha dato intelletto alla meteora?

37 Chi conta con sapienza le nubi? e gli otri del cielo chi li versa

38 allorché la polvere stemperata diventa come una massa in fusione e le zolle de’ campi si saldan fra loro?

39 Sei tu che cacci la preda per la leonessa, che sazi la fame de’ leoncelli

40 quando si appiattano nelle tane e si mettono in agguato nella macchia?

41 Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno errando senza cibo?

Giobbe 39

1 Sai tu quando le capre selvagge delle rocce figliano? Hai tu osservato quando le cerve partoriscono?

2 Conti tu i mesi della lor pregnanza e sai tu il momento in cui debbono sgravarsi?

3 S’accosciano, fanno i lor piccini, e son tosto liberate dalle loro doglie;

4 i lor piccini si fanno forti, crescono all’aperto, se ne vanno, e non tornan più alle madri.

5 Chi manda libero l’onàgro, e chi scioglie i legami all’asino salvatico,

6 al quale ho dato per dimora il deserto, e la terra salata per abitazione?

7 Egli si beffa del frastuono della città, e non ode grida di padrone.

8 Batte le montagne della sua pastura, e va in traccia d’ogni filo di verde.

9 Il bufalo vorrà egli servirti o passar la notte presso alla tua mangiatoia?

10 Legherai tu il bufalo con una corda perché faccia il solco? erpicherà egli le valli dietro a te?

11 Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande? Lascerai a lui il tuo lavoro?

12 Conterai su lui perché ti porti a casa la raccolta e ti ammonti il grano sull’aia?

13 Lo struzzo batte allegramente l’ali; ma le penne e le piume di lui son esse pietose?

14 No, poich’egli abbandona sulla terra le proprie uova e le lascia scaldar sopra la sabbia.

15 Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, e che le bestie dei campi le potran calpestare.

16 Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fosser suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba,

17 ché Iddio l’ha privato di sapienza, e non gli ha impartito intelligenza.

18 Ma quando si leva e piglia lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca.

19 Sei tu che dài al cavallo il coraggio? che gli vesti il collo d’una fremente criniera?

20 Sei tu che lo fai saltar come la locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento.

21 Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza; si slancia incontro alle armi.

22 Della paura si ride, non trema, non indietreggia davanti alla spada.

23 Gli risuona addosso il turcasso, la folgorante lancia e il dardo.

24 Con fremente furia divora la terra. Non sta più fermo quando suona la tromba.

25 Com’ode lo squillo, dice: Aha! e fiuta da lontano la battaglia, la voce tonante dei capi, e il grido di guerra.

26 E’ l’intelligenza tua che allo sparviere fa spiccare il volo e spiegar l’ali verso mezzogiorno?

27 E’ forse al tuo comando che l’aquila si leva in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati?

28 Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese;

29 di là spia la preda, e i suoi occhi miran lontano.

30 I suoi piccini s’abbeveran di sangue, e dove son de’ corpi morti, ivi ella si trova”.