2 Re 20

1 In quel tempo, Ezechia fu malato a morte. Il profeta Isaia, figliuolo di Amots, si recò da lui, e gli disse: “Così parla l’Eterno: Metti ordine alle cose della tua casa; perché tu sei un uomo morto; non vivrai”.

2 Allora Ezechia volse la faccia verso il muro, e fece una preghiera all’Eterno, dicendo:

3 “O Eterno, te ne supplico, ricordati come io ho camminato nel tuo cospetto con fedeltà e con integrità di cuore, e come ho fatto ciò ch’è bene agli occhi tuoi”. Ed Ezechia dette in un gran pianto.

4 Isaia non era ancora giunto nel centro della città, quando la parola dell’Eterno gli fu rivolta in questi termini:

5 “Torna indietro, e di’ ad Ezechia, principe del mio popolo: Così parla l’Eterno, l’Iddio di Davide tuo padre: Ho udita la tua preghiera, ho vedute le tue lacrime; ecco, io ti guarisco; fra tre giorni salirai alla casa dell’Eterno.

6 Aggiungerò alla tua vita quindici anni, libererò te e questa città dalle mani del re d’Assiria, e proteggerò questa città per amor di me stesso, e per amor di Davide mio servo”.

7 Ed Isaia disse: “Prendete un impiastro di fichi secchi!” Lo presero, e lo misero sull’ulcera, e il re guarì.

8 Or Ezechia avea detto ad Isaia: “A che segno riconoscerò io che l’Eterno mi guarirà e che fra tre giorni salirò alla casa dell’Eterno?”

9 E Isaia gli avea risposto: “Eccoti da parte dell’Eterno il segno, dal quale riconoscerai che l’Eterno adempirà la parola che ha pronunziata: Vuoi tu che l’ombra s’allunghi per dieci gradini ovvero retroceda di dieci gradini?”

10 Ezechia rispose: “E’ cosa facile che l’ombra s’allunghi per dieci gradini; no; l’ombra retroceda piuttosto di dieci gradini”.

11 E il profeta Isaia invocò l’Eterno, il quale fece retrocedere l’ombra di dieci gradini sui gradini d’Achaz, sui quali era discesa.

12 In quel tempo, Berodac-Baladan, figliuolo di Baladan, re di Babilonia, mandò una lettera e un dono ad Ezechia, giacché avea sentito che Ezechia era stato infermo.

13 Ezechia dette udienza agli ambasciatori, e mostrò loro la casa dov’erano tutte le sue cose preziose, l’argento, l’oro, gli aromi, gli oli finissimi, il suo arsenale, e tutto quello che si trovava nei suoi tesori. Non vi fu cosa nella sua casa e in tutti i suoi domini, che Ezechia non mostrasse loro.

14 Allora il profeta Isaia si recò dal re Ezechia, e gli disse: “Che hanno detto quegli uomini? e donde son venuti a te?” Ezechia rispose: “Son venuti da un paese lontano: da Babilonia”.

15 Isaia disse: “Che hanno veduto in casa tua?” Ezechia rispose: “Hanno veduto tutto quello ch’è in casa mia; non v’è cosa nei miei tesori, ch’io non abbia mostrata loro”.

16 Allora Isaia disse ad Ezechia: “Ascolta la parola dell’Eterno:

17 Ecco, i giorni stanno per venire, quando tutto quello ch’è in casa tua e tutto quello che i tuoi padri hanno accumulato fin al dì d’oggi, sarà trasportato a Babilonia; e nulla ne rimarrà, dice l’Eterno.

18 E de’ tuoi figliuoli che saranno usciti da te, che tu avrai generati, ne saranno presi per farne degli eunuchi nel palazzo del re di Babilonia”.

19 Ed Ezechia rispose ad Isaia: “La parola dell’Eterno che tu hai pronunziata, è buona”. E aggiunse: “Sì, se almeno vi sarà pace e sicurtà durante i giorni miei”.

20 Il rimanente delle azioni di Ezechia, e tutte le sue prodezze, e com’egli fece il serbatoio e l’acquedotto e condusse le acque nella città, sono cose scritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

21 Ezechia s’addormentò coi suoi padri, e Manasse, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

2 Re 21

1 Manasse avea dodici anni quando cominciò a regnare, e regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Heftsiba.

2 Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, seguendo le abominazioni delle nazioni che l’Eterno avea cacciate d’innanzi ai figliuoli d’Israele.

3 Egli riedificò gli alti luoghi che Ezechia suo padre avea distrutti, eresse altari a Baal, fece un idolo d’Astarte, come avea fatto Achab re d’Israele, e adorò tutto l’esercito del cielo e lo servì.

4 Eresse pure degli altari ad altri dèi nella casa dell’Eterno, riguardo alla quale l’Eterno avea detto: “In Gerusalemme io porrò il mio nome”.

5 Eresse altari a tutto l’esercito del cielo nei due cortili della casa dell’Eterno.

6 Fece passare pel fuoco il suo figliuolo, si dette alla magia e agl’incantesimi, e istituì di quelli che evocavano gli spiriti e predicevan l’avvenire; s’abbandonò interamente a fare ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, provocandolo ad ira.

7 Mise l’idolo d’Astarte che avea fatto, nella casa riguardo alla quale l’Eterno avea detto a Davide e a Salomone suo figliuolo: “In questa casa, e a Gerusalemme, che io ho scelta fra tutte le tribù d’Israele, porrò il mio nome in perpetuo;

8 e non permetterò più che il piè d’Israele vada errando fuori del paese ch’io detti ai suoi padri, purché essi abbian cura di mettere in pratica tutto quello che ho loro comandato, e tutta la legge che il mio servo Mosè ha loro prescritta”.

9 Ma essi non obbedirono, e Manasse li indusse a far peggio delle nazioni che l’Eterno avea distrutte dinanzi ai figliuoli d’Israele.

10 E l’Eterno parlò per mezzo de’ suoi servi, i profeti, in questi termini:

11 “Giacché Manasse, re di Giuda, ha commesso queste abominazioni e ha fatto peggio di quanto fecer mai gli Amorei, prima di lui, e mediante i suoi idoli ha fatto peccare anche Giuda,

12 così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Ecco, io faccio venire su Gerusalemme e su Giuda tali sciagure, che chiunque ne udrà parlare n’avrà intronate le orecchie.

13 E stenderò su Gerusalemme la cordella di Samaria e il livello della casa di Achab; e ripulirò Gerusalemme come si ripulisce un piatto, che, dopo ripulito, si vòlta sottosopra.

14 E abbandonerò quel che resta della mia eredità; li darò nelle mani dei loro nemici, e diverranno preda e bottino di tutti i loro nemici,

15 perché hanno fatto ciò ch’è male agli occhi miei, e m’hanno provocato ad ira dal giorno che i loro padri uscirono dall’Egitto, fino al dì d’oggi”.

16 Manasse sparse inoltre moltissimo sangue innocente: tanto, da empirne Gerusalemme da un capo all’altro; senza contare i peccati che fece commettere a Giuda, facendo ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno.

17 Il rimanente delle azioni di Manasse, e tutto quello che fece, e i peccati che commise, si trova scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

18 Manasse s’addormentò coi suoi padri, e fu sepolto nel giardino della sua casa, nel giardino di Uzza; e Amon, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

19 Amon avea ventidue anni quando cominciò a regnare, e regnò due anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Meshullemeth, figliuola di Haruts di Jotba.

20 Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, come avea fatto Manasse suo padre;

21 seguì in tutto la via battuta dal padre suo, servì agl’idoli ai quali avea servito suo padre, e li adorò;

22 abbandonò l’Eterno, l’Iddio dei suoi padri, e non camminò per la via dell’Eterno.

23 Or i servi di Amon ordirono una congiura contro di lui, e uccisero il re in casa sua.

24 Ma il popolo del paese mise a morte tutti quelli che avean congiurato contro il re Amon, e fece re, in sua vece, Giosia suo figliuolo.

25 Il rimanente delle azioni compiute da Amon, si trova scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

26 (H21-25) Egli fu sepolto nel suo sepolcro, nel giardino di Uzza; e Giosia, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

2 Re 22

1 Giosia avea otto anni quando incominciò a regnare, e regnò trentun anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Jedida, figliuola d’Adaia, da Botskath.

2 Egli fece ciò ch’è giusto agli occhi dell’Eterno, e camminò in tutto e per tutto per la via di Davide suo padre, senza scostarsene né a destra né a sinistra.

3 Or l’anno diciottesimo del re Giosia, il re mandò nella casa dell’Eterno Shafan, il segretario, figliuolo di Atsalia, figliuolo di Meshullam, e gli disse:

4 “Sali da Hilkia, il sommo sacerdote, e digli che metta assieme il danaro ch’è stato portato nella casa dell’Eterno, e che i custodi della soglia hanno raccolto dalle mani del popolo;

5 che lo si consegni ai direttori preposti ai lavori della casa dell’Eterno; e che questi lo diano agli operai addetti alle riparazioni della casa dell’Eterno:

6 ai legnaiuoli, ai costruttori ed ai muratori, e se ne servano per comprare del legname e delle pietre da tagliare, per le riparazioni della casa.

7 Ma non si farà render conto a quelli in mano ai quali sarà rimesso il danaro, perché agiscono con fedeltà”.

8 Allora il sommo sacerdote Hilkia disse a Shafan, il segretario: “Ho trovato nella casa dell’Eterno il libro della legge”. E Hilkia diede il libro a Shafan, che lo lesse.

9 E Shafan, il segretario, andò a riferir la cosa al re, e gli disse: “I tuoi servi hanno versato il danaro che s’è trovato nella casa, e l’hanno consegnato a quelli che son preposti ai lavori della casa dell’Eterno”.

10 E Shafan, il segretario, disse ancora al re: “Il sacerdote Hilkia mi ha dato un libro”. E Shafan lo lesse alla presenza del re.

11 Quando il re ebbe udite le parole del libro della legge, si stracciò le vesti.

12 Poi diede quest’ordine al sacerdote Hilkia, ad Ahikam, figliuolo di Shafan, ad Acbor, figliuolo di Micaia, a Shafan, il segretario, e ad Asaia, servo del re:

13 “Andate a consultare l’Eterno per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro che s’è trovato; giacché grande è l’ira dell’Eterno che s’è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ubbidito alle parole di questo libro, e non hanno messo in pratica tutto quello che in esso ci è prescritto”.

14 Il sacerdote Hilkia, Ahikam, Acbor, Shafan ed Asaia andarono dalla profetessa Hulda, moglie di Shallum, guardaroba, figliuolo di Tikva, figliuolo di Harhas. Essa dimorava a Gerusalemme, nel secondo quartiere; e quando ebbero parlato con lei, ella disse loro:

15 “Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Dite all’uomo che vi ha mandati da me:

16 Così dice l’Eterno: Ecco, io farò venire delle sciagure su questo luogo e sopra i suoi abitanti, conformemente a tutte le parole del libro che il re di Giuda ha letto.

17 Essi m’hanno abbandonato ed hanno offerto profumi ad altri dèi per provocarmi ad ira con tutte le opere delle loro mani; perciò la mia ira s’è accesa contro questo luogo, e non si estinguerà.

18 Quanto al re di Giuda che v’ha mandati a consultare l’Eterno, gli direte questo: Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele, riguardo alle parole che tu hai udite:

19 Giacché il tuo cuore è stato toccato, giacché ti sei umiliato dinanzi all’Eterno, udendo ciò che io ho detto contro questo luogo e contro i suoi abitanti, che saranno cioè abbandonati alla desolazione ed alla maledizione; giacché ti sei stracciate le vesti e hai pianto dinanzi a me, anch’io t’ho ascoltato, dice l’Eterno.

20 Perciò, ecco, io ti riunirò coi tuoi padri, e te n’andrai in pace nel tuo sepolcro; e gli occhi tuoi non vedranno tutte le sciagure ch’io farò piombare su questo luogo”. E quelli riferirono al re la risposta.

2 Re 23

1 Allora il re mandò a far raunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme.

2 E il re salì alla casa dell’Eterno, con tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, piccoli e grandi, e lesse in loro presenza tutte le parole del libro del patto, ch’era stato trovato nella casa dell’Eterno.

3 Il re, stando in piedi sul palco, stabilì un patto dinanzi all’Eterno, impegnandosi di seguire l’Eterno, d’osservare i suoi comandamenti, i suoi precetti e le sue leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per mettere in pratica le parole di questo patto, scritte in quel libro. E tutto il popolo acconsentì al patto.

4 E il re ordinò al sommo sacerdote Hilkia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della soglia di trar fuori del tempio dell’Eterno tutti gli arredi che erano stati fatti per Baal, per Astarte e per tutto l’esercito celeste, e li arse fuori di Gerusalemme nei campi del Kidron, e ne portò le ceneri a Bethel.

5 E destituì i sacerdoti idolatri che i re di Giuda aveano istituito per offrir profumi negli alti luoghi nelle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e quelli pure che offrivan profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello zodiaco, e a tutto l’esercito del cielo.

6 Trasse fuori dalla casa dell’Eterno l’idolo d’Astarte, che trasportò fuori di Gerusalemme verso il torrente Kidron; l’arse presso il torrente Kidron, lo ridusse in cenere, e ne gettò la cenere sui sepolcri della gente del popolo.

7 Demolì le case di quelli che si prostituivano, le quali si trovavano nella casa dell’Eterno, e dove le donne tessevano delle tende per Astarte.

8 Fece venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, contaminò gli alti luoghi dove i sacerdoti aveano offerto profumi, da Gheba a Beer-Sceba, e abbatté gli alti luoghi delle porte: quello ch’era all’ingresso della porta di Giosuè, governatore della città, e quello ch’era a sinistra della porta della città.

9 Or que’ sacerdoti degli alti luoghi non salivano a sacrificare sull’altare dell’Eterno a Gerusalemme; mangiavan però pane azzimo in mezzo ai loro fratelli.

10 Contaminò Tofeth, nella valle dei figliuoli di Hinnom, affinché nessuno facesse più passare per il fuoco il suo figliuolo o la sua figliuola in onore di Molec.

11 Non permise più che i cavalli consacrati al sole dai re di Giuda entrassero nella casa dell’Eterno, nell’abitazione dell’eunuco Nethan-Melec, ch’era nel recinto del tempio; e diede alle fiamme i carri del sole.

12 Il re demolì gli altari ch’erano sulla terrazza della camera superiore di Achaz, e che i re di Giuda aveano fatti, e gli altari che avea fatti Manasse nei due cortili della casa dell’Eterno; e, dopo averli fatti a pezzi e tolti di là, ne gettò la polvere nel torrente Kidron.

13 E il re contaminò gli alti luoghi ch’erano dirimpetto a Gerusalemme, a destra del monte della perdizione, e che Salomone re d’Israele aveva eretti in onore di Astarte, l’abominazione dei Sidoni, di Kemosh, l’abominazione di Moab, e di Milcom, l’abominazione dei figliuoli d’Ammon.

14 E spezzò le statue, abbatté gl’idoli d’Astarte, e riempì que’ luoghi d’ossa umane.

15 Abbatté pure l’altare che era a Bethel, e l’alto luogo, fatto da Geroboamo, figliuolo di Nebat, il quale avea fatto peccare Israele: arse l’alto luogo e lo ridusse in polvere, ed arse l’idolo d’Astarte.

16 Or Giosia, voltatosi, scòrse i sepolcri ch’eran quivi sul monte, e mandò a trarre le ossa fuori da quei sepolcri, e le arse sull’altare, contaminandolo, secondo la parola dell’Eterno pronunziata dall’uomo di Dio, che aveva annunziate queste cose.

17 Poi disse: “Che monumento è quello ch’io vedo là?” La gente della città gli rispose: “E’ il sepolcro dell’uomo di Dio che venne da Giuda, e che proclamò contro l’altare di Bethel queste cose che tu hai fatte”.

18 Egli disse: “Lasciatelo stare; nessuno muova le sue ossa!” Così le sue ossa furon conservate con le ossa del profeta ch’era venuto da Samaria.

19 Giosia fece anche sparire tutte le case degli alti luoghi che erano nella città di Samaria e che i re d’Israele aveano fatte per provocare ad ira l’Eterno, e fece di essi esattamente quel che avea fatto di quei di Bethel.

20 Immolò sugli altari tutti i sacerdoti degli alti luoghi che eran colà, e su quegli altari bruciò ossa umane. Poi tornò a Gerusalemme.

21 Il re diede a tutto il popolo quest’ordine: “Fate la Pasqua in onore dell’Eterno, del vostro Dio, secondo che sta scritto in questo libro del patto”.

22 Poiché Pasqua simile non era stata fatta dal tempo de’ giudici che avean governato Israele, e per tutto il tempo dei re d’Israele e dei re di Giuda;

23 ma nel diciottesimo anno del re Giosia cotesta Pasqua fu fatta, in onor dell’Eterno, a Gerusalemme.

24 Giosia fe’ pure sparire quelli che evocavano gli spiriti e quelli che predicevano l’avvenire, le divinità familiari, gl’idoli e tutte le abominazioni che si vedevano nel paese di Giuda e a Gerusalemme, affin di mettere in pratica le parole della legge, scritte nel libro che il sacerdote Hilkia avea trovato nella casa dell’Eterno.

25 E prima di Giosia non c’è stato re che come lui si sia convertito all’Eterno con tutto il suo cuore, con tutta l’anima sua e con tutta la sua forza, seguendo in tutto la legge di Mosè; e, dopo di lui, non n’è sorto alcuno di simile.

26 Tuttavia l’Eterno non desistette dall’ardore della grand’ira ond’era infiammato contro Giuda, a motivo di tutti gli oltraggi coi quali Manasse lo avea provocato ad ira.

27 E l’Eterno disse: “Anche Giuda io torrò d’innanzi al mio cospetto come n’ho tolto Israele; e rigetterò Gerusalemme, la città ch’io m’ero scelta, e la casa della quale avevo detto: Là sarà il mio nome”.

28 Il rimanente delle azioni di Giosia, tutto quello che fece, si trova scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

29 A tempo suo, Faraone Neco, re d’Egitto, salì contro il re d’Assiria, verso il fiume Eufrate. Il re Giosia gli marciò contro, e Faraone, al primo incontro, l’uccise a Meghiddo.

30 I suoi servi lo menaron via morto sopra un carro, e lo trasportarono da Meghiddo a Gerusalemme, dove lo seppellirono nel suo sepolcro. E il popolo del paese prese Joachaz, figliuolo di Giosia, lo unse, e lo fece re in luogo di suo padre.

31 Joachaz avea ventitre anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi a Gerusalemme. Il nome di sua madre era Hamutal, figliuola di Geremia da Libna.

32 Egli fece ciò ch’è male agli occhi del l’Eterno, in tutto e per tutto come avean fatto i suoi padri.

33 Faraone Neco lo mise in catene a Ribla, nel paese di Hamath, perché non regnasse più a Gerusalemme; e impose al paese un’indennità di cento talenti d’argento e di un talento d’oro.

34 E Faraone Neco fece re Eliakim, figliuolo di Giosia, in luogo di Giosia suo padre, e gli mutò il nome in quello di Joiakim; e, preso Joachaz, lo menò in Egitto, dove morì.

35 Joiakim diede a Faraone l’argento e l’oro; ma, per pagare quel danaro secondo l’ordine di Faraone, tassò il paese; e, imponendo a ciascuno una certa tassa, cavò dal popolo del paese l’argento e l’oro da dare a Faraone Neco.

36 Joiakim avea venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò undici anni a Gerusalemme. Il nome di sua madre era Zebudda, figliuola di Pedaia da Ruma.

37 Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, in tutto e per tutto come aveano fatto i suoi padri.

2 Re 24

1 Al suo tempo, venne Nebucadnetsar re di Babilonia, e Joiakim gli fu assoggettato per tre anni; poi tornò a ribellarsi.

2 E l’Eterno mandò contro Joiakim schiere di Caldei, di Siri, schiere di Moabiti, schiere di Ammoniti, le mandò contro Giuda per distruggerlo, secondo la parola che l’Eterno avea pronunziata per mezzo dei profeti, suoi servi.

3 Questo avvenne solo per ordine dell’Eterno, il quale voleva allontanare Giuda dalla sua presenza, a motivo di tutti i peccati che Manasse avea commessi,

4 e a motivo pure del sangue innocente ch’egli avea sparso, e di cui avea riempito Gerusalemme. Per questo l’Eterno non volle perdonare.

5 Il rimanente delle azioni di Joiakim, tutto quello che fece, si trova scritto nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

6 Joiakim s’addormentò coi suoi padri, e Joiakin, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

7 Or il re d’Egitto, non uscì più dal suo paese, perché il re di Babilonia avea preso tutto quello che era stato del re d’Egitto, dal torrente d’Egitto al fiume Eufrate.

8 Joiakin avea diciotto anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme tre mesi. Sua madre si chiamava Nehushta, figliuola di Elnathan da Gerusalemme.

9 Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, in tutto e per tutto come avea fatto suo padre.

10 In quel tempo, i servi di Nebucadnetsar, re di Babilonia, salirono contro Gerusalemme, e la città fu cinta d’assedio.

11 E Nebucadnetsar, re di Babilonia, giunse davanti alla città mentre la sua gente la stava assediando.

12 Allora Joiakin, re di Giuda, si recò dal re di Babilonia, con sua madre, i suoi servi, i suoi capi ed i suoi eunuchi. E il re di Babilonia lo fece prigioniero, l’ottavo anno del suo regno.

13 E, come l’Eterno avea predetto, portò via di là tutti i tesori della casa dell’Eterno e i tesori della casa del re, e spezzò tutti gli utensili d’oro che Salomone, re d’Israele, avea fatti per il tempio dell’Eterno.

14 E menò in cattività tutta Gerusalemme, tutti i capi, tutti gli uomini valorosi, in numero di diecimila prigioni, e tutti i legnaiuoli e i fabbri; non vi rimase che la parte più povera della popolazione del paese.

15 E deportò Joiakin a Babilonia; e menò in cattività da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, gli eunuchi di lui,

16 i magnati del paese, tutti i guerrieri, in numero di settemila, i legnaiuoli e i fabbri, in numero di mille, tutta gente valorosa e atta alla guerra. Il re di Babilonia li menò in cattività a Babilonia.

17 E il re di Babilonia fece re, in luogo di Joiakin, Mattania, zio di lui, al quale mutò il nome in quello di Sedekia.

18 Sedekia avea ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Hamutal, figliuola di Geremia da Libna.

19 Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, in tutto e per tutto come avea fatto Joiakim.

20 E a causa dell’ira dell’Eterno contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che l’Eterno li cacciò via dalla sua presenza.

2 Re 25

1 E Sedekia si ribellò al re di Babilonia. L’anno nono del regno di Sedekia, il decimo giorno del decimo mese, Nebucadnetsar, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; s’accampò contro di lei, e le costruì attorno delle trincee.

2 E la città fu assediata fino all’undecimo anno del re Sedekia.

3 Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c’era più pane per il popolo del paese.

4 Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggì, di notte, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte. E il re prese la via della pianura;

5 ma l’esercito dei Caldei lo inseguì, lo raggiunse nelle pianure di Gerico, e tutto l’esercito di lui si disperse e l’abbandonò.

6 Allora i Caldei presero il re, e lo condussero al re di Babilonia a Ribla, dove fu pronunziata sentenza contro di lui.

7 I figliuoli di Sedekia furono scannati in sua presenza; poi cavaron gli occhi a Sedekia; lo incatenarono con una doppia catena di rame, e lo menarono a Babilonia.

8 Or il settimo giorno del quinto mese era il diciannovesimo anno di Nebucadnetsar, re di Babilonia Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, servo del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme,

9 ed arse la casa dell’Eterno e la casa del re, e diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme, tutte le case della gente ragguardevole.

10 E tutto l’esercito dei Caldei ch’era col capitano della guardia atterrò da tutte le parti le mura di Gerusalemme.

11 Nebuzaradan, capitano della guardia, menò in cattività i superstiti ch’erano rimasti nella città, i fuggiaschi che s’erano arresi al re di Babilonia, e il resto della popolazione.

12 Il capitano della guardia non lasciò che alcuni dei più poveri del paese a coltivar le vigne ed i campi.

13 I Caldei spezzarono le colonne di rame ch’erano nella casa dell’Eterno, le basi, il mar di rame ch’era nella casa dell’Eterno, e ne portaron via il rame a Babilonia.

14 Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le coppe e tutti gli utensili di rame coi quali si faceva il servizio.

15 Il capitano della guardia prese pure i bracieri, i bacini: l’oro di ciò ch’era d’oro, l’argento di ciò ch’era d’argento.

16 Quanto alle due colonne, al mare e alle basi che Salomone avea fatti per la casa dell’Eterno, il rame di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile.

17 L’altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e v’era su un capitello di rame alto tre cubiti; e attorno al capitello v’erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di rame; lo stesso era della seconda colonna, munita pure di reticolato.

18 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote,

19 e i tre custodi della soglia, e prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, cinque uomini di fra i consiglieri intimi del re che furon trovati nella città, il segretario del capo dell’esercito che arrolava il popolo del paese, e sessanta privati che furono anch’essi trovati nella città.

20 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla;

21 e il re di Babilonia li fece colpire a morte a Ribla, nel paese di Hamath. Così Giuda fu menato in cattività lungi dal suo paese.

22 Quanto al popolo che rimase nel paese di Giuda, lasciatovi da Nebucadnetsar, re di Babilonia, il re pose a governarli Ghedalia, figliuolo di Ahikam, figliuolo di Shafan.

23 Quando tutti i capitani della gente di guerra e i loro uomini ebbero udito che il re di Babilonia avea fatto Ghedalia governatore, si recarono da Ghedalia a Mitspa: erano Ismael figliuolo di Nethania, Johanan figliuolo di Kareah, Seraia figliuolo di Tanhumet da Netofah, Jaazania figliuolo d’uno di Maacah, con la loro gente.

24 Ghedalia fece ad essi e alla loro gente, un giuramento, dicendo: “Non v’incutano timore i servi dei Caldei: restate nel paese, servite al re di Babilonia, e ve ne troverete bene”.

25 Ma il settimo mese, Ismael, figliuolo di Nethania, figliuolo di Elishama, di stirpe reale, venne accompagnato da dieci uomini e colpirono a morte Ghedalia insieme coi Giudei e coi Caldei ch’eran con lui a Mitspa.

26 E tutto il popolo, piccoli e grandi, e i capitani della gente di guerra si levarono e se ne andarono in Egitto, perché avean paura dei Caldei.

27 Il trentasettesimo anno della cattività di Joiakin, re di Giuda, il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese, Evilmerodac, re di Babilonia, l’anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Joiakin, re di Giuda, e lo trasse di prigione;

28 gli parlò benignamente, e mise il trono d’esso più in alto di quello degli altri re ch’eran con lui a Babilonia.

29 Gli fece mutare le vesti di prigione; e Joiakin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo ch’ei visse:

30 il re provvide continuamente al suo mantenimento quotidiano, fintanto che visse.

1 Re 1

1 Ora il re Davide era vecchio e molto attempato; e, per quanto lo coprissero di panni, non potea riscaldarsi.

2 Perciò i suoi servi gli dissero: “Si cerchi per il re nostro signore una fanciulla vergine, la quale stia al servizio del re, n’abbia cura, e dorma fra le sue braccia, sì che il re nostro signore possa riscaldarsi”.

3 Cercaron dunque per tutto il paese d’Israele una bella fanciulla; trovarono Abishag, la Sunamita, e la menarono al re.

4 La fanciulla era bellissima, avea cura del re, e lo serviva; ma il re non la conobbe.

5 Or Adonija, figliuolo di Hagghith, mosso dall’ambizione, diceva: “Sarò io il re!” E si preparò de’ carri, de’ cavalieri, e cinquanta uomini che corressero dinanzi a lui.

6 Suo padre non gli avea mai fatto un rimprovero in vita sua, dicendogli: “Perché fai così?” Adonija era anch’egli di bellissimo aspetto, ed era nato subito dopo Absalom.

7 Egli si abboccò con Joab, figliuolo di Tseruia, e col sacerdote Abiathar, i quali seguirono il suo partito e lo favorirono.

8 Ma il sacerdote Tsadok, Benaia figliuolo di Jehoiada, il profeta Nathan, Scimei, Rei e gli uomini prodi di Davide non erano per Adonija.

9 Adonija immolò pecore, buoi e vitelli grassi vicino al masso di Zohelet che è accanto alla fontana di Roghel, e invitò tutti i suoi fratelli, figliuoli del re, e tutti gli uomini di Giuda ch’erano al servizio del re;

10 ma non invitò il profeta Nathan, né Benaia, né gli uomini prodi, né Salomone suo fratello.

11 Allora Nathan parlò a Bath-Sceba, madre di Salomone, e le disse: “Non hai udito che Adonija, figliuolo di Hagghith, è diventato re senza che Davide nostro signore ne sappia nulla?

12 Or dunque vieni, e permetti ch’io ti dia un consiglio, affinché tu salvi la vita tua e quella del tuo figliuolo Salomone.

13 Va’, entra dal re Davide, e digli: O re, mio signore, non giurasti tu alla tua serva, dicendo: Salomone, tuo figliuolo, regnerà dopo di me e sederà sul mio trono? Perché dunque regna Adonija?

14 Ed ecco che mentre tu starai ancora quivi parlando col re, io entrerò dopo di te, e confermerò le tue parole”.

15 Bath-Sceba entrò dunque nella camera del re. Il re era molto vecchio, e Abishag, la Sunamita, lo serviva.

16 Bath-Sceba s’inchinò e si prostrò davanti al re. E il re disse: “Che vuoi?”

17 Essa gli rispose: “Signor mio, tu alla tua serva, giurasti per l’Eterno ch’è il tuo Dio, dicendo: Salomone, tuo figliuolo, regnerà dopo di me e sederà sul mio trono;

18 e intanto, ecco che Adonija è diventato re senza che tu, o re mio signore, ne sappia nulla.

19 Ed ha immolato buoi, vitelli grassi, e pecore in gran numero, ed ha invitato tutti i figliuoli del re e il sacerdote Abiathar e Joab, il capo dell’esercito, ma non ha invitato il tuo servo Salomone.

20 Ora gli occhi di tutto Israele son rivolti verso di te, o re mio signore, perché tu gli dichiari chi debba sedere sul trono del re mio signore, dopo di lui.

21 Altrimenti avverrà che, quando il re mio signore giacerà coi suoi padri, io e il mio figliuolo Salomone sarem trattati come colpevoli”.

22 Mentr’ella parlava ancora col re, ecco arrivare il profeta Nathan.

23 La cosa fu riferita al re, dicendo: “Ecco il profeta Nathan!” E questi venne in presenza del re, e gli si prostrò dinanzi con la faccia a terra.

24 Nathan disse: “O re, mio signore, hai tu detto: Adonija regnerà dopo di me e sederà sul mio trono?

25 Giacché oggi egli è sceso, ha immolato buoi, vitelli grassi, e pecore in gran numero, ed ha invitato tutti i figliuoli del re, i capi dell’esercito e il sacerdote Abiathar; ed ecco che mangiano e bevono davanti a lui, e dicono: Viva il re Adonija!

26 Ma egli non ha invitato me, tuo servo, né il sacerdote Tsadok, né Benaia figliuolo di Jehoiada, né Salomone tuo servo.

27 Questa cosa è ella proprio stata fatta dal re mio signore, senza che tu abbia dichiarato al tuo servo chi sia quegli che deve sedere sul trono del re mio signore dopo di lui?”

28 Il re Davide, rispondendo, disse: “Chiamatemi Bath-Sceba”. Ella entrò alla presenza del re, e si tenne in piedi davanti a lui.

29 E il re giurò e disse: “Com’è vero che vive l’Eterno il quale ha liberato l’anima mia da ogni distretta,

30 io farò oggi quel che ti giurai per l’Eterno, per l’Iddio d’Israele, dicendo: Salomone tuo figliuolo regnerà dopo di me e sederà sul mio trono in vece mia”.

31 Bath-Sceba s’inchinò con la faccia a terra, si prostrò dinanzi al re, e disse: “Possa il re Davide mio signore vivere in perpetuo!”

32 Poi il re Davide disse: “Chiamatemi il sacerdote Tsadok, il profeta Nathan e Benaia, figliuolo di Jehoiada”. Essi vennero in presenza del re, e il re disse loro:

33 “Prendete con voi i servi del vostro signore, fate montare Salomone mio figliuolo sulla mia mula, e menatelo giù a Ghihon.

34 E quivi il sacerdote Tsadok e il profeta Nathan lo ungano re d’Israele. Poi sonate la tromba e dite: Viva il re Salomone!

35 Voi risalirete al suo séguito, ed egli verrà, si porrà a sedere sul mio trono, e regnerà in mia vece. Io costituisco lui come principe d’Israele e di Giuda”.

36 Benaia, figliuolo di Jehoiada, rispose al re: “Amen! Così voglia l’Eterno, l’Iddio del re mio signore!

37 Come l’Eterno è stato col re mio signore, così sia con Salomone, e innalzi il suo trono al di sopra del trono del re Davide, mio signore!”

38 Allora il sacerdote Tsadok, il profeta Nathan, Benaia figliuolo di Jehoiada, i Kerethei e i Pelethei scesero, fecero montare Salomone sulla mula del re Davide, e lo menarono a Ghihon.

39 Il sacerdote Tsadok prese il corno dell’olio dal tabernacolo e unse Salomone. Sonaron la tromba, e tutto il popolo disse: “Viva il re Salomone!”

40 E tutto il popolo risalì al suo séguito sonando flauti e abbandonandosi a una gran gioia, si che la terra rimbombava delle loro grida.

41 Adonija e tutti i suoi convitati, come stavano per finir di mangiare, udirono questo rumore; e quando Joab udì il suon della tromba, disse: “Che vuol dire questo strepito della città in tumulto?”

42 E mentre egli parlava ancora, ecco giungere Gionathan, figliuolo del sacerdote Abiathar. Adonija gli disse: “Entra, poiché tu sei un uomo di valore, e devi recar buone novelle”.

43 E Gionathan, rispondendo a Adonija, disse: “Tutt’altro! Il re Davide, nostro signore, ha fatto re Salomone.

44 Egli ha mandato con lui il sacerdote Tsadok, il profeta Nathan, Benaia figliuolo di Jehoiada, i Kerethei e i Pelethei, i quali l’hanno fatto montare sulla mula del re.

45 Il sacerdote Tsadok e il profeta Nathan l’hanno unto re a Ghihon, e di là son risaliti abbandonandosi alla gioia, e la città n’è tutta sossopra. Questo è lo strepito che avete udito.

46 E c’è di più: Salomone s’è posto a sedere sul trono reale.

47 E i servi del re son venuti a benedire il re Davide signor nostro, dicendo: Renda Iddio il nome di Salomone più glorioso del tuo, e innalzi il suo trono al di sopra del tuo! E il re si è prostrato sul suo letto, poi il re ha detto così:

48 Benedetto sia l’Eterno, l’Iddio d’Israele, che m’ha dato oggi uno che segga sui mio trono, e m’ha permesso di vederlo coi miei propri occhi!”

49 Allora tutti i convitati di Adonija furono presi da spavento, si alzarono, e se ne andarono ciascuno per il suo cammino.

50 E Adonija, avendo timore di Salomone, si levò e andò ad impugnare i corni dell’altare

51 E vennero a dire a Salomone: “Ecco, Adonija ha timore del re Salomone, ed ha impugnato i corni dell’altare, dicendo: Il re Salomone mi giuri oggi che non farà morir di spada il suo servo”.

52 Salomone rispose: “S’egli si addimostra uomo dabbene, non cadrà in terra neppure uno dei suoi capelli; ma, se sarà trovato in fallo, morrà”.

53 E il re Salomone mandò gente a farlo scendere dall’altare. Ed egli venne a prostrarsi davanti al re Salomone; e Salomone gli disse: “Vattene a casa tua”.

1 Re 2

1 Or avvicinandosi per Davide il giorno della morte, egli diede i suoi ordini a Salomone suo figliuolo, dicendo:

2 “Io me ne vo per la via di tutti gli abitanti della terra; fortìficati e portati da uomo!

3 Osserva quello che l’Eterno, il tuo Dio, t’ha comandato d’osservare, camminando nelle sue vie e mettendo in pratica le sue leggi, i suoi comandamenti, i suoi precetti, i suoi insegnamenti, secondo che è scritto nella legge di Mosè, affinché tu riesca in tutto ciò che farai

4 e dovunque tu ti volga, e affinché l’Eterno adempia la parola da lui pronunciata a mio riguardo quando disse: Se i tuoi figliuoli veglieranno sulla loro condotta camminando nel mio cospetto con fedeltà, con tutto il loro cuore e con tutta l’anima loro, non ti mancherà mai qualcuno che segga sul trono d’Israele.

5 Sai anche tu quel che m’ha fatto Joab, figliuolo di Tseruia, quel che ha fatto ai due capi degli eserciti d’Israele, ad Abner figliuolo di Ner, e ad Amasa, figliuolo di Jether, i quali egli uccise, spargendo in tempo di pace sangue di guerra, e macchiando di sangue la cintura che portava ai fianchi e i calzari che portava ai piedi.

6 Agisci dunque secondo la tua saviezza, e non lasciare la sua canizie scendere in pace nel soggiorno de’ morti.

7 Ma tratta con bontà i figliuoli di Barzillai il Galaadita, e siano fra quelli che mangiano alla tua mensa; poiché così anch’essi mi trattarono quando vennero a me, allorch’io fuggivo d’innanzi ad Absalom tuo fratello.

8 Ed ecco, tu hai vicino a te Scimei, figliuolo di Ghera, il Beniaminita, di Bahurim, il quale proferì contro di me una maledizione atroce il giorno che andavo a Mahanaim. Ma egli scese ad incontrarmi verso il Giordano, e io gli giurai per l’Eterno che non lo farei morire di spada.

9 Ma ora non lo lasciare impunito; poiché sei savio per conoscere quel che tu debba fargli, e farai scendere tinta di sangue la sua canizie nel soggiorno de’ morti”.

10 E Davide s’addormentò coi suoi padri, e fu sepolto nella città di Davide.

11 Il tempo che Davide regnò sopra Israele fu di quarant’anni: regnò sette anni a Hebron e trentatre anni a Gerusalemme.

12 E Salomone si assise sul trono di Davide suo padre, e il suo regno fu saldamente stabilito.

13 Or Adonija, figliuolo di Hagghith, venne da Bath-Sceba, madre di Salomone. Questa gli disse: “Vieni tu con intenzioni pacifiche?” Egli rispose: “Sì, pacifiche”.

14 Poi aggiunse: “Ho da dirti una parola”. Quella rispose: “Di’ pure”.

15 Ed egli disse: “Tu sai che il regno mi apparteneva, e che tutto Israele mi considerava come suo futuro re; ma il regno è stato trasferito e fatto passare a mio fratello, perché glielo ha dato l’Eterno.

16 Or dunque io ti domando una cosa; non me la rifiutare”. Ella rispose: “Di’ pure”.

17 Ed egli disse: “Ti prego, di’ al re Salomone, il quale nulla ti negherà, che mi dia Abishag la Sunamita per moglie”.

18 Bath-Sceba rispose: “Sta bene, parlerò al re in tuo favore”.

19 Bath-Sceba dunque si recò dal re Salomone per parlargli in favore di Adonija. Il re si alzò per andarle incontro, le s’inchinò, poi si pose a sedere sul suo trono, e fece mettere un altro trono per sua madre, la quale si assise alla sua destra.

20 Ella gli disse: “Ho una piccola cosa da chiederti; non me la negare”. Il re rispose: “Chiedila pure, madre mia; io non te la negherò”.

21 Ed ella: “Diasi Abishag la Sunamita al tuo fratello Adonija per moglie”.

22 Il re Salomone, rispondendo a sua madre, disse: “E perché chiedi tu Abishag la Sunamita per Adonija? Chiedi piuttosto il regno per lui, giacché egli è mio fratello maggiore; chiedilo per lui, per il sacerdote Abiathar e per Joab, figliuolo di Tseruia!”

23 Allora il re Salomone giurò per l’Eterno, dicendo: “Iddio mi tratti con tutto il suo rigore, se Adonija non ha proferito questa parola a costo della sua vita!

24 Ed ora, com’è vero che vive l’Eterno, il quale m’ha stabilito, m’ha fatto sedere sul trono di Davide mio padre, e m’ha fondato una casa come avea promesso, oggi Adonija sarà messo a morte!”

25 E il re Salomone mandò Benaia, figliuolo di Jehoiada il quale s’avventò addosso ad Adonija sì che morì.

26 Poi il re disse al sacerdote Abiathar: “Vattene ad Anatoth, nelle tue terre, poiché tu meriti la morte; ma io non ti farò morire oggi, perché portasti davanti a Davide mio padre l’arca del Signore, dell’Eterno, e perché partecipasti a tutte le sofferenze di mio padre”.

27 Così Salomone depose Abiathar dalle funzioni di sacerdote dell’Eterno, adempiendo così la parola che l’Eterno avea pronunziata contro la casa di Eli a Sciloh.

28 E la notizia ne giunse a Joab, il quale avea seguito il partito di Adonija, benché non avesse seguito quello di Absalom. Egli si rifugiò nel tabernacolo dell’Eterno, e impugnò i corni dell’altare.

29 E fu detto al re Salomone: “Joab s’è rifugiato nel tabernacolo dell’Eterno, e sta presso l’altare”. Allora Salomone mandò Benaia, figliuolo di Jehoiada, dicendogli: “Va’, avventati contro di lui!”

30 Benaia entrò nel tabernacolo dell’Eterno, e disse a Joab: “Così dice il re: Vieni fuori!” Quegli rispose: “No! voglio morir qui!” E Benaia riferì la cosa al re, dicendo: “Così ha parlato Joab e così m’ha risposto”.

31 E il re gli disse: “Fa’ com’egli ha detto; avventati contro di lui e seppelliscilo; così toglierai d’addosso a me ed alla casa di mio padre il sangue che Joab sparse senza motivo.

32 E l’Eterno farà ricadere sul capo di lui il sangue ch’egli sparse, quando s’avventò contro due uomini più giusti e migliori di lui, e li uccise di spada, senza che Davide mio padre ne sapesse nulla: Abner, figliuolo di Ner, capitano dell’esercito d’Israele, e Amasa, figliuolo di Jether, capitano dell’esercito di Giuda.

33 Il loro sangue ricadrà sul capo di Joab e sul capo della sua progenie in perpetuo, ma vi sarà pace per sempre, da parte dell’Eterno, per Davide, per la sua progenie, per la sua casa e per il suo trono”.

34 Allora Benaia, figliuolo di Jehoiada, salì, s’avventò contro a lui e lo mise a morte; e Joab fu sepolto in casa sua nel deserto.

35 E in vece sua il re fece capo dell’esercito Benaia, figliuolo di Jehoiada, e mise il sacerdote Tsadok al posto di Abiathar.

36 Poi il re mandò a chiamare Scimei e gli disse: “Costruisciti una casa in Gerusalemme, prendivi dimora, e non ne uscire per andare qua o là;

37 poiché il giorno che ne uscirai e passerai il torrente Kidron, sappi per certo che morrai; il tuo sangue ricadrà sul tuo capo”.

38 Scimei rispose al re: “Sta bene; il tuo servo farà come il re mio signore ha detto”. E Scimei dimorò lungo tempo a Gerusalemme.

39 Di lì a tre anni avvenne che due servi di Scimei fuggirono presso Akis, figliuolo di Maaca, re di Gath. La cosa fu riferita a Scimei, e gli fu detto: “Ecco i tuoi servi sono a Gath”.

40 E Scimei si levò, sellò il suo asino, e andò a Gath, da Akis, in cerca dei suoi servi; andò, e rimenò via da Gath i suoi servi.

41 E fu riferito a Salomone che Scimei era andato da Gerusalemme a Gath, ed era tornato.

42 Il re mandò a chiamare Scimei, e gli disse: “Non t’avevo io fatto giurare per l’Eterno, e non t’avevo solennemente avvertito, dicendoti: Sappi per certo che il giorno che uscirai per andar qua o là, morrai? E non mi rispondesti tu: La parola che ho udita sta bene?

43 E perché dunque non hai mantenuto il giuramento fatto all’Eterno e non hai osservato il comandamento che t’avevo dato?”

44 Il re disse inoltre a Scimei: “Tu sai tutto il male che facesti a Davide mio padre; il tuo cuore n’è consapevole; ora l’Eterno fa ricadere sul tuo capo la tua malvagità;

45 ma il re Salomone sarà benedetto e il trono di Davide sarà reso stabile in perpetuo dinanzi all’Eterno”.

46 E il re diede i suoi ordini a Benaia, figliuolo di Jehoiada, il quale uscì, s’avventò contro Scimei, che morì. Così rimase saldo il regno nelle mani di Salomone.

1 Re 3

1 Or Salomone s’imparentò con Faraone, re di Egitto. Sposò la figliuola di Faraone, e la menò nella città di Davide, finché avesse finito di edificare la sua casa, la casa dell’Eterno e le mura di cinta di Gerusalemme.

2 Intanto il popolo non offriva sacrifizi che sugli alti luoghi, perché fino a que’ giorni non era stata edificata casa al nome dell’Eterno.

3 E Salomone amava l’Eterno e seguiva i precetti di Davide suo padre; soltanto offriva sacrifizi e profumi sugli alti luoghi.

4 Il re si recò a Gabaon per offrirvi sacrifizi, perché quello era il principale fra gli alti luoghi; e su quell’altare Salomone offerse mille olocausti.

5 A Gabaon, l’Eterno apparve di notte, in sogno, a Salomone. E Dio gli disse: “Chiedi quello che vuoi ch’io ti dia”.

6 Salomone rispose: “Tu hai trattato con gran benevolenza il tuo servo Davide, mio padre, perch’egli camminava dinanzi a te con fedeltà, con giustizia, con rettitudine di cuore a tuo riguardo; tu gli hai conservata questa gran benevolenza, e gli hai dato un figliuolo che siede sul trono di lui, come oggi avviene.

7 Ora, o Eterno, o mio Dio, tu hai fatto regnar me, tuo servo, in luogo di Davide mio padre, e io non sono che un giovanetto, e non so come condurmi;

8 e il tuo servo è in mezzo al popolo che tu hai scelto, popolo numeroso, che non può esser contato né calcolato, tanto è grande.

9 Da’ dunque al tuo servo un cuore intelligente ond’egli possa amministrar la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; poiché chi mai potrebbe amministrar la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?”

10 Piacque al Signore che Salomone gli avesse fatta una tale richiesta.

11 E Dio gli disse: “Giacché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte de’ tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò ch’è giusto,

12 ecco, io faccio secondo la tua parola; e ti do un cuor savio e intelligente, in guisa che nessuno è stato simile a te per lo innanzi, e nessuno sorgerà simile a te in appresso.

13 E oltre a questo io ti do quello che non hai domandato: ricchezze e gloria; talmente, che non vi sarà durante tutta la tua vita alcuno fra i re che possa esserti paragonato.

14 E se cammini nelle mie vie osservando le mie leggi e i miei comandamenti, come fece Davide tuo padre, io prolungherò i tuoi giorni”.

15 Salomone si svegliò, ed ecco era un sogno; tornò a Gerusalemme, si presentò davanti all’arca del patto del Signore, e offerse olocausti, sacrifizi di azioni di grazie e fece un convito a tutti i suoi servi.

16 Allora due meretrici vennero a presentarsi davanti al re.

17 Una delle due disse: “Permetti, Signor mio! Io e questa donna abitavamo nella medesima casa, e io partorii nella camera dov’ella pure stava.

18 E il terzo giorno dopo che ebbi partorito io, questa donna partorì anch’ella; noi stavamo insieme, e non v’era da noi alcun estraneo; non c’eravamo che noi due in casa.

19 Ora, la notte passata, il bimbo di questa donna morì, perch’ella gli s’era coricata addosso.

20 Ed essa, alzatasi nel cuor della notte, prese il mio figliuolo d’accanto a me, mentre la tua serva dormiva, e lo pose a giacere sul suo seno, e sul mio seno pose il suo figliuolo morto.

21 E quando m’alzai la mattina per far poppare il mio figlio, ecco ch’era morto; ma, mirandolo meglio a giorno chiaro, m’accorsi che non era il mio figlio ch’io avea partorito”.

22 L’altra donna disse: “No, il vivo è il figliuolo mio, e il morto è il tuo”. Ma la prima replicò: “No, invece, il morto è il figliuolo tuo, e il vivo è il mio”. Così altercavano in presenza del re.

23 Allora il re disse: “Una dice: Questo ch’è vivo è il figliuolo mio, e quello ch’è morto è il tuo; e l’altra dice: No, invece, il morto e il figliuolo tuo, e il vivo e il mio”.

24 Il re soggiunse: “Portatemi una spada!” E portarono una spada davanti al re.

25 E il re disse: “Dividete il bambino vivo in due parti, e datene la metà all’una, e la metà all’altra”.

26 Allora la donna di cui era il bambino vivo, sentendosi commuover le viscere per amore del suo figliuolo, disse al re: “Deh! Signor mio, date a lei il bambino vivo, e non l’uccidete, no!” Ma l’altra diceva: “Non sia né mio né tuo; si divida!”

27 Allora il re, rispondendo, disse: “Date a quella il bambino vivo, e non l’uccidete; la madre del bimbo è lei!”

28 E tutto Israele udì parlare del giudizio che il re avea pronunziato, e temettero il re perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia.

1 Re 4

1 Il re Salomone regnava su tutto Israele. E questi erano i suoi principali ufficiali:

2 Azaria, figliuolo del sacerdote Tsadok,

3 Elihoref ed Ahija, figliuoli di Scisa, erano segretari; Giosafat, figliuolo di Ahilud, era cancelliere;

4 Benaia, figliuolo di Jehoiada, era capo dell’esercito, Tsadok e Abiathar erano sacerdoti;

5 Azaria, figliuolo di Nathan, era capo degl’intendenti; Zabud, figliuolo di Nathan, era consigliere intimo del re.

6 Ahishar era maggiordomo, e Adoniram, figliuolo di Abda, era preposto ai tributi.

7 Salomone avea dodici intendenti su tutto Israele, i quali provvedevano al mantenimento del re e della sua casa; ciascuno d’essi dovea provvedervi per un mese all’anno.

8 Questi erano i loro nomi: Ben Hur, nella contrada montuosa di Efraim;

9 Ben-Deker, a Makats, a Shaalbim, a Beth-Scemesh, a Elon di Beth-Hanan;

10 Ben-Hesed, ad Arubboth; aveva Soco e tutto il paese di Hefer;

11 Ben-Abinadab, in tutta la regione di Dor; Tafath, figliuola di Salomone era sua moglie;

12 Baana, figliuolo d’Ahilud, avea Taanac, Meghiddo e tutto Beth-Scean, che è presso a Tsarthan, sotto Jizreel, da Beth-Scean ad Abel-Mehola, e fino al di là di Iokmeam;

13 Ben-Gheber, a Ramoth di Galaad; egli aveva i villaggi di Jair, figliuolo di Manasse, che sono in Galaad; aveva anche la regione di Argob ch’è in Basan, sessanta grandi città murate e munite di sbarre di rame;

14 Ahinadab, figliuolo d’Iddo, a Mahanaim;

15 Ahimaats, in Neftali; anche questi avea preso per moglie Basmath, figliuola di Salomone;

16 Baana, figliuolo di Hushai, in Ascer e ad Aloth;

17 Giosafat, figliuolo di Parna, in Issacar;

18 Scimei, figliuolo di Ela, in Beniamino;

19 Gheber, figliuolo di Uri, nel paese di Galaad, il paese di Sihon, re degli Amorei, e di Og, re di Basan. V’era un solo intendente per tutta questa regione.

20 Giuda e Israele erano numerosissimi, come la rena ch’è sulla riva del mare. Essi mangiavano e bevevano allegramente.

21 E Salomone dominava su tutti i regni di qua dal fiume, fino al paese dei Filistei e sino ai confini dell’Egitto. Essi gli recavano dei doni, e gli furon soggetti tutto il tempo ch’ei visse.

22 Or la provvisione de’ viveri di Salomone, per ogni giorno, consisteva in trenta cori di fior di farina e sessanta cori di farina ordinaria;

23 in dieci bovi ingrassati, venti bovi di pastura e cento montoni, senza contare i cervi, le gazzelle, i daini e il pollame di stia.

24 Egli dominava su tutto il paese di qua dal fiume, da Tifsa fino a Gaza, su tutti i re di qua dal fiume, ed era in pace con tutti i confinanti all’intorno.

25 E Giuda ed Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, vissero al sicuro ognuno all’ombra della sua vite e del suo fico, tutto il tempo che regnò Salomone.

26 Salomone avea pure quarantamila greppie da cavalli per i suoi carri, e dodicimila cavalieri.

27 E quegli intendenti, un mese all’anno per uno, provvedevano al mantenimento del re Salomone e di tutti quelli che si accostavano alla sua mensa; e non lasciavano mancar nulla.

28 Facevano anche portar l’orzo e la paglia per i cavalli da tiro e da corsa nel luogo dove si trovava il re, ciascuno secondo gli ordini che avea ricevuti.

29 E Dio diede a Salomone sapienza, una grandissima intelligenza e una mente vasta com’è la rena che sta sulla riva del mare.

30 E la sapienza di Salomone superò la sapienza di tutti gli Orientali e tutta la sapienza degli Egiziani.

31 Era più savio d’ogni altro uomo, più di Ethan l’Ezrahita, più di Heman, di Calcol e di Darda, figliuoli di Mahol; e la sua fama si sparse per tutte le nazioni circonvicine.

32 Pronunziò tremila massime e i suoi inni furono in numero di mille e cinque.

33 Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dalla muraglia; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili, dei pesci.

34 Da tutti i popoli veniva gente per udire la sapienza di Salomone, da parte di tutti i re della terra che avean sentito parlare della sua sapienza.