2 Samuele 13

1 Or dopo queste cose avvenne che, avendo Absalom, figliuolo di Davide, una sorella di nome Tamar, ch’era di bell’aspetto, Amnon, figliuolo di Davide, se ne innamorò.

2 Ed Amnon si appassionò a tal punto per Tamar sua sorella da diventarne malato; perché ella era vergine, e pareva difficile ad Amnon di poterle fare alcun che.

3 Or Amnon aveva un amico, per nome Jonadab, figliuolo di Shimea, fratello di Davide; e Jonadab era un uomo molto accorto.

4 Questi gli disse: “O figliuolo del re, perché vai tu di giorno in giorno dimagrando a cotesto modo? Non me lo vuoi dire?” Amnon gli rispose: “Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Absalom”.

5 Jonadab gli disse: “Mettiti a letto e fingiti malato; e quando tuo padre verrà a vederti, digli: Fa’, ti prego, che la mia sorella Tamar venga a darmi da mangiare e a preparare il cibo in mia presenza, sì ch’io lo vegga; e lo mangerò quando mi sarà pòrto dalle sue mani”.

6 Amnon dunque si mise a letto e si finse ammalato; e quando il re lo venne a vedere, Amnon gli disse: “Fa’, ti prego, che la mia sorella Tamar venga e faccia un paio di frittelle in mia presenza; così le mangerò quando mi saran pòrte dalle sue mani”.

7 Allora Davide mandò a casa di Tamar a dirle: “Va’ a casa di Amnon, tuo fratello, e preparagli qualcosa da mangiare”.

8 Tamar andò a casa di Amnon, suo fratello, che giaceva in letto. Ella prese della farina stemperata, l’intrise, ne fece delle frittelle in sua presenza, e le cosse.

9 Poi, prese la padella, ne trasse le frittelle e gliele mise dinanzi; ma egli rifiutò di mangiare, e disse: “Fate uscire di qui tutta la gente”. E tutti uscirono.

10 Allora Amnon disse a Tamar: “Portami il cibo in camera, e lo prenderò dalle tue mani”. E Tamar prese le frittelle che avea fatte, e le portò in camera ad Amnon suo fratello.

11 E com’essa gliele porgeva perché mangiasse, egli l’afferrò, e le disse: “Vieni a giacerti meco, sorella mia”.

12 Essa gli rispose: “No, fratel mio, non farmi violenza; questo non si fa in Israele; non commettere una tale infamia!

13 Io dove andrei a portar la mia vergogna? E quanto a te, tu saresti messo tra gli scellerati in Israele. Te ne prego, parlane piuttosto al re, ed egli non mi negherà a te”.

14 Ma egli non volle darle ascolto; ed essendo più forte di lei, la violentò, e si giacque con lei.

15 Poi Amnon concepì verso di lei un odio fortissimo; talmente, che l’odio per lei fu maggiore dell’amore di cui l’aveva amata prima. E le disse:

16 “Lèvati, vattene!” Ella gli rispose: “Non mi fare, cacciandomi, un torto maggiore di quello che m’hai già fatto”. Ma egli non volle ascoltarla.

17 Anzi, chiamato il servo che lo assisteva, gli disse: “Caccia via costei lungi da me, e chiudile la porta dietro!”

18 Or ella portava una tunica con le maniche, poiché le figliuole del re portavano simili vesti finché erano vergini. Il servo di Amnon dunque la mise fuori, e le chiuse la porta dietro.

19 E Tamar si sparse della cenere sulla testa, si stracciò di dosso la tunica con le maniche, e mettendosi la mano sul capo, se n’andò gridando.

20 Absalom, suo fratello, le disse: “Forse che Amnon, tuo fratello, è stato teco? Per ora, taci, sorella mia; egli è tuo fratello; non t’accorare per questo”. E Tamar, desolata, rimase in casa di Absalom, suo fratello.

21 Il re Davide udì tutte queste cose, e ne fu fortemente adirato.

22 Ed Absalom non rivolse ad Amnon alcuna parola, né in bene né in male; poiché odiava Amnon, per aver egli violata Tamar, sua sorella.

23 Or due anni dopo avvenne che, facendo Absalom tosar le sue pecore a Baal-Hatsor presso Efraim, egli invitò tutti i figliuoli del re.

24 Absalom andò a trovare il re, e gli disse: “Ecco, il tuo servo ha i tosatori; ti prego, venga anche il re coi suoi servitori a casa del tuo servo!”

25 Ma il re disse ad Absalom: “No, figliuol mio, non andiamo tutti, che non ti siam d’aggravio”. E benché Absalom insistesse, il re non volle andare; ma gli diede la sua benedizione.

26 E Absalom disse: “Se non vuoi venir tu, ti prego, permetti ad Amnon, mio fratello, di venir con noi”. Il re gli rispose: “E perché andrebb’egli teco?”

27 Ma Absalom tanto insisté, che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figliuoli del re.

28 Or Absalom diede quest’ordine ai suoi servi: “Badate, quando Amnon avrà il cuore riscaldato dal vino, e io vi dirò: Colpite Amnon! voi uccidetelo, e non abbiate paura; non son io che ve lo comando? Fatevi cuore, e comportatevi da forti!”

29 I servi di Absalom fecero ad Amnon come Absalom avea comandato. Allora tutti i figliuoli del re si levarono, montaron ciascun sul suo mulo e se ne fuggirono.

30 Or mentr’essi erano ancora per via, giunse a Davide la notizia che Absalom aveva ucciso tutti i figliuoli del re, e che non uno di loro era scampato.

31 Allora il re si levò, si strappò le vesti, e si gettò per terra; e tutti i suoi servi gli stavan dappresso, con le vesti stracciate.

32 Ma Jonadab, figliuolo di Shimea, fratello di Davide, prese a dire: “Non dica il mio signore che tutti i giovani, figliuoli del re, sono stati uccisi; il solo Amnon è morto; per Absalom era cosa decisa fin dal giorno che Amnon gli violò la sorella Tamar.

33 Così dunque non si accori il re, mio signore, come se tutti i figliuoli del re fossero morti; il solo Amnon è morto”. Or Absalom aveva preso la fuga.

34 E il giovine che stava alle vedette alzò gli occhi, guardò, ed ecco che una gran turba di gente veniva per la via di ponente dal lato del monte.

35 E Jonadab disse al re: “Ecco i figliuoli del re che arrivano! La cosa sta come il tuo servo ha detto”.

36 E com’egli ebbe finito di parlare, ecco giungere i figliuoli del re, i quali alzarono la voce e piansero; ed anche il re e tutti i suoi servi versarono abbondanti lagrime.

37 Quanto ad Absalom, se ne fuggì e andò da Talmai, figliuolo di Ammihur, re di Gheshur. E Davide faceva cordoglio del suo figliuolo ogni giorno.

38 Absalom rimase tre anni a Gheshur, dov’era andato dopo aver preso la fuga.

39 E l’ira del re Davide contro Absalom si calmò perché Davide s’era consolato della morte di Amnon.

2 Samuele 14

1 Or Joab, figliuolo di Tseruia, avvedutosi che il cuore del re si piegava verso Absalom, mandò a Tekoa,

2 e ne fece venire una donna accorta, alla quale disse: “Fingi d’essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio, e sii come una donna che pianga da molto tempo un morto;

3 poi entra presso il re, e parlagli così e così”. E Joab le mise in bocca le parole da dire.

4 La donna di Tekoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò, e disse: “O re, aiutami!”

5 Il re le disse: “Che hai?” Ed ella rispose: “Pur troppo, io sono una vedova; mio marito è morto.

6 La tua serva aveva due figliuoli, i quali vennero tra di loro a contesa alla campagna; e, come non v’era chi li separasse, l’uno colpì l’altro, e l’uccise.

7 Ed ecco che tutta la famiglia è insorta contro la tua serva, dicendo: Consegnaci colui che ha ucciso il fratello, affinché lo facciam morire per vendicare il fratello ch’egli ha ucciso, e per sterminare così anche l’erede. In questo modo spegneranno il tizzo che m’è rimasto, e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla faccia della terra”.

8 Il re disse alla donna: “Vattene a casa tua: io darò degli ordini a tuo riguardo”.

9 E la donna di Tekoa disse al re: “O re mio signore, la colpa cada su me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono non ne siano responsabili”.

10 E il re: “Se qualcuno parla contro di te, menalo da me, e vedrai che non ti toccherà più”.

11 Allora ella disse: “Ti prego, menzioni il re l’Eterno, il tuo Dio, perché il vindice del sangue non aumenti la rovina e non mi sia sterminato il figlio”. Ed egli rispose: “Com’è vero che l’Eterno vive, non cadrà a terra un capello del tuo figliuolo!”

12 Allora la donna disse: “Deh! lascia che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!” Egli rispose: “Parla”.

13 Riprese la donna: “E perché pensi tu nel modo che fai quando si tratta del popolo di Dio? Dalla parola che il re ha ora pronunziato risulta esser egli in certo modo colpevole, in quanto non richiama colui che ha proscritto.

14 Noi dobbiamo morire, e siamo come acqua versata in terra, che non si può più raccogliere; ma Dio non toglie la vita, anzi medita il modo di far sì che il proscritto non rimanga bandito lungi da lui.

15 Ora, se io son venuta a parlar così al re mio signore è perché il popolo mi ha fatto paura; e la tua serva ha detto: “Voglio parlare al re; forse il re farà quello che gli dirà la sua serva;

16 il re ascolterà la sua serva, e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminar me e il mio figliuolo dalla eredità di Dio.

17 E la tua serva diceva: Oh possa la parola del re, mio signore, darmi tranquillità! poiché il re mio signore è come un angelo di Dio per discernere il bene dal male. L’Eterno, il tuo Dio, sia teco!”

18 Il re rispose e disse alla donna: “Ti prego, non celarmi quello ch’io ti domanderò”. La donna disse: “Parli pure il re, mio signore”.

19 E il re: “Joab non t’ha egli dato mano in tutto questo?” La donna rispose: “Com’è vero che l’anima tua vive, o re mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore; difatti, il tuo servo Joab è colui che m’ha dato questi ordini, ed è lui che ha messe tutte queste parole in bocca alla tua serva.

20 Il tuo servo Joab ha fatto così per dare un altro aspetto all’affare di Absalom; ma il mio signore ha la saviezza d’un angelo di Dio e conosce tutto quello che avvien sulla terra”.

21 Allora il re disse a Joab: “Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; va’ dunque, e fa’ tornare il giovane Absalom”.

22 Joab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re, e disse: “Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia agli occhi tuoi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto quel che il suo servo gli ha chiesto”.

23 Joab dunque si levò, andò a Gheshur, e menò Absalom a Gerusalemme.

24 E il re disse: “Ch’ei si ritiri in casa sua e non vegga la mia faccia!” Così Absalom si ritirò in casa sua, e non vide la faccia del re.

25 Or in tutto Israele non v’era uomo che fosse celebrato per la sua bellezza al pari di Absalom; dalle piante de’ piedi alla cima del capo non v’era in lui difetto alcuno.

26 E quando si facea tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso de’ suoi capelli era di duecento sicli a peso del re.

27 Ad Absalom nacquero tre figliuoli e una figliuola per nome Tamar, che era donna di bell’aspetto.

28 Absalom dimorò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.

29 Poi Absalom fece chiamare Joab per mandarlo dal re; ma egli non volle venire a lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Joab non volle venire.

30 Allora Absalom disse ai suoi servi: “Guardate! il campo di Joab è vicino al mio, e v’è dell’orzo; andate a mettervi il fuoco!” E i servi di Absalom misero il fuoco al campo.

31 Allora Joab si levò, andò a casa di Absalom, e gli disse: “Perché i tuoi servi hanno eglino dato fuoco al mio campo?”

32 Absalom rispose a Joab: “Io t’avevo mandato a dire: Viene qua, ch’io possa mandarti dal re a dirgli: Perché son io tornato da Gheshur? Meglio per me s’io vi fossi ancora! Or dunque fa’ ch’io vegga la faccia del re! e se v’è in me qualche iniquità, ch’ei mi faccia morire!”

33 Joab allora andò dal re e gli fece l’ambasciata. Il re fece chiamare Absalom, il quale venne a lui, e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.

2 Samuele 15

1 Or dopo queste cose, Absalom si procurò un cocchio, de’ cavalli, e cinquanta uomini che correvano dinanzi a lui.

2 Absalom si levava la mattina presto, e si metteva da un lato della via che menava alle porte della città; e quando qualcuno, avendo un processo, si recava dal re per chieder giustizia, Absalom lo chiamava, e gli diceva: “Di qual città sei tu?” L’altro gli rispondeva: “Il tuo servo è di tale e tale tribù d’Israele”.

3 Allora Absalom gli diceva: “Vedi, la tua causa e buona e giusta, ma non v’è chi sia delegato dal re per sentirti”.

4 E Absalom aggiungeva: “Oh se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse un processo o un affare verrebbe da me, e io gli farei giustizia”.

5 E quando uno gli s’accostava per prostrarglisi dinanzi, ei gli porgeva la mano, l’abbracciava e lo baciava.

6 Absalom faceva così con tutti quelli d’Israele che venivano dal re per chieder giustizia; e in questo modo Absalom rubò il cuore alla gente d’Israele.

7 Or avvenne che, in capo a quattro anni Absalom disse al re: “Ti prego, lasciami andare ad Hebron a sciogliere un voto che feci all’Eterno.

8 Poiché, durante la sua dimora a Gheshur, in Siria, il tuo servo fece un voto, dicendo: Se l’Eterno mi riconduce a Gerusalemme, io servirò l’Eterno!”

9 Il re gli disse: “Va’ in pace!” E quegli si levò e andò a Hebron.

10 Intanto Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d’Israele, a dire: “Quando udrete il suon della tromba, direte: Absalom è proclamato re a Hebron”.

11 E con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza saper nulla.

12 Absalom, mentre offriva i sacrifizi, mandò a chiamare Ahitofel, il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo. La congiura divenne potente, e il popolo andava vie più crescendo di numero attorno ad Absalom.

13 Or venne a Davide un messo, che disse: “Il cuore degli uomini d’Israele s’è vòlto verso Absalom”.

14 Allora Davide disse a tutti i suoi servi ch’eran con lui a Gerusalemme: “Levatevi, fuggiamo; altrimenti, nessun di noi scamperà dalle mani di Absalom. Affrettatevi a partire, affinché con rapida marcia, non ci sorprenda, piombandoci rovinosamente addosso, e non colpisca la città mettendola a fil di spada”.

15 I servi del re gli dissero: “Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto quello che piacerà al re, nostro signore”.

16 Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a custodire il palazzo.

17 Il re partì, seguito da tutto il popolo, e si fermarono a Beth-Merhak.

18 Tutti i servi del re camminavano al suo fianco; e tutti i Kerethei, tutti i Pelethei e tutti i Ghittei, che in seicento eran venuti da Gath, al suo séguito, camminavano davanti al re.

19 Allora il re disse a Ittai di Gath: “Perché vuoi anche tu venir con noi? Torna indietro, e statti col re; poiché sei un forestiero, e per di più un esule dalla tua patria.

20 Pur ieri tu arrivasti; e oggi ti farei io andar errando qua e là, con noi, mentre io stesso non so dove vado? Torna indietro, e riconduci teco i tuoi fratelli; e siano con te la misericordia e la fedeltà dell’Eterno!”

21 Ma Ittai rispose al re, dicendo: “Com’è vero che l’Eterno vive e che vive il re mio signore, in qualunque luogo sarà il re mio signore, per morire o per vivere, quivi sarà pure il tuo servo”.

22 E Davide disse ad Ittai: “Va’, passa oltre!” Ed Ittai, il Ghitteo, passò oltre con tutta la sua gente e con tutti i fanciulli che eran con lui.

23 E tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re passò il torrente Kidron, e tutto il popolo passò, prendendo la via del deserto.

24 Ed ecco venire anche Tsadok con tutti i Leviti, i quali portavano l’arca del patto di Dio. E mentre Abiathar saliva, essi posarono l’arca di Dio, finché tutto il popolo non ebbe finito di uscir dalla città.

25 E il re disse a Tsadok: “Riporta in città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi dell’Eterno, egli mi farà tornare, e mi farà vedere l’arca e la dimora di lui;

26 ma se dice: Io non ti gradisco eccomi; faccia egli di me quello che gli parrà”.

27 Il re disse ancora al sacerdote Tsadok: “Capisci? Torna in pace in città con i due vostri figliuoli: Ahimaats, tuo figliuolo, e Gionathan, figliuolo di Abiathar.

28 Guardate, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché mi sia recata qualche notizia da parte vostra”.

29 Così Tsadok ed Abiathar riportarono a Gerusalemme l’arca di Dio, e dimorarono quivi.

30 E Davide saliva il monte degli Ulivi; saliva piangendo, e camminava col capo coperto e a piedi scalzi; e tutta la gente ch’era con lui aveva il capo coperto, e, salendo, piangeva.

31 Qualcuno venne a dire a Davide: “Ahitofel è con Absalom tra i congiurati”. E Davide disse: “Deh, o Eterno, rendi vani i consigli di Ahitofel!”

32 E come Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove si adora Dio, ecco farglisi incontro Hushai, l’Arkita, con la tunica stracciata ed il capo coperto di polvere.

33 Davide gli disse: “Se tu passi oltre con me mi sarai di peso;

34 ma se torni in città e dici ad Absalom: Io sarò tuo servo, o re; come fui servo di tuo padre nel passato, così sarò adesso servo tuo, tu dissiperai a mio pro i consigli di Ahitofel.

35 E non avrai tu quivi teco i sacerdoti Tsadok ed Abiathar? Tutto quello che sentirai dire della casa del re, lo farai sapere ai sacerdoti Tsadok ed Abiathar.

36 E siccome essi hanno seco i loro due figliuoli, Ahimaats figliuolo di Tsadok e Gionathan figliuolo di Abiathar, per mezzo di loro mi farete sapere tutto quello che avrete sentito”.

37 Così Hushai, amico di Davide, tornò in città, e Absalom entrò in Gerusalemme.

2 Samuele 16

1 Or quando Davide ebbe di poco varcato la cima del monte, ecco che Tsiba, servo di Mefibosheth, gli si fece incontro con un paio d’asini sellati e carichi di duecento pani, cento masse d’uva secca, cento di frutta d’estate e un otre di vino.

2 Il re disse a Tsiba: “Che vuoi tu fare di coteste cose?” Tsiba rispose: “Gli asini serviranno di cavalcatura alla casa del re; il pane e i frutti d’estate sono per nutrire i giovani, e il vino è perché ne bevan quelli che saranno stanchi nel deserto”.

3 Il re disse: “E dov’è il figliuolo del tuo signore?” Tsiba rispose al re: “Ecco, è rimasto a Gerusalemme, perché ha detto: Oggi la casa d’Israele mi renderà il regno di mio padre”.

4 Il re disse a Tsiba: “Tutto quello che appartiene a Mefibosheth è tuo”. Tsiba replicò: “Io mi prostro dinanzi a te! Possa io trovar grazia agli occhi tuoi, o re, mio signore!”

5 E quando il re Davide fu giunto a Bahurim, ecco uscir di là un uomo, imparentato con la famiglia di Saul, per nome Scimei, figliuolo di Ghera. Egli veniva innanzi proferendo maledizioni

6 e gettando sassi contro Davide, e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti gli uomini di valore stavano alla destra e alla sinistra del re.

7 Scimei, maledicendo Davide, diceva così: “Vattene, vattene, uomo sanguinario, scellerato!

8 L’Eterno fa ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, in luogo del quale tu hai regnato; e l’Eterno ha dato il regno nelle mani di Absalom, tuo figliuolo; ed eccoti nelle sciagure che ti sei meritato, perché sei un uomo sanguinario”.

9 Allora Abishai, figliuolo di Tseruia, disse al re: “Perché questo can morto osa egli maledire il re, mio signore? Ti prego, lasciami andare a troncargli la testa!”

10 Ma il re rispose: “Che ho io da far con voi, figliuoli di Tseruia? S’ei maledice, è perché l’Eterno gli ha detto: Maledici Davide! E chi oserà dire: Perché fai così?”

11 Poi Davide disse ad Abishai e a tutti i suoi i servi: “Ecco, il mio figliuolo, uscito dalle mie viscere, cerca di togliermi la vita! Quanto più lo può fare ora questo Beniaminita! Lasciate ch’ei maledica, giacché glielo ha ordinato l’Eterno.

12 Forse l’Eterno avrà riguardo alla mia afflizione, e mi farà del bene in cambio delle maledizioni d’oggi”.

13 Davide e la sua gente continuarono il loro cammino; e Scimei camminava sul fianco del monte, dirimpetto a Davide, e cammin facendo lo malediva, gli tirava de’ sassi e buttava della polvere.

14 Il re e tutta la gente ch’era con lui arrivarono ad Aiefim e quivi ripresero fiato.

15 Or Absalom e tutto il popolo, gli uomini d’Israele, erano entrati in Gerusalemme; ed Ahitofel era con lui.

16 E quando Hushai, l’Arkita, l’amico di Davide, fu giunto presso Absalom, gli disse: “Viva il re! Viva il re!”

17 Ed Absalom disse a Hushai: “È questa dunque l’affezione che hai pel tuo amico? Perché non sei tu andato col tuo amico?”

18 Hushai rispose ad Absalom: “No; io sarò di colui che l’Eterno e questo popolo e tutti gli uomini d’Israele hanno scelto, e con lui rimarrò.

19 E poi, di chi sarò io servo? Non lo sarò io del suo figliuolo? Come ho servito tuo padre, così servirò te”.

20 Allora Absalom disse ad Ahitofel: “Consigliate quello che dobbiam fare”.

21 Ahitofel rispose ad Absalom: “Entra dalle concubine di tuo padre, lasciate da lui a custodia della casa; e quando tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre, il coraggio di quelli che son per te, sarà fortificato”.

22 Fu dunque rizzata una tenda sulla terrazza per Absalom, ed Absalom entrò dalle concubine di suo padre, a vista di tutto Israele.

23 Or in que’ giorni, un consiglio dato da Ahitofel era come una parola data da Dio a uno che lo avesse consultato. Così era di tutti i consigli di Ahitofel, tanto per Davide quanto per Absalom.

2 Samuele 17

1 Poi Ahitofel disse ad Absalom: “Lasciami scegliere dodicimila uomini; e partirò e inseguirò Davide questa notte stessa;

2 e gli piomberò addosso mentr’egli è stanco ed ha le braccia fiacche; lo spaventerò, e tutta la gente ch’è con lui si darà alla fuga; io colpirò il re solo,

3 e ricondurrò a te tutto il popolo; l’uomo che tu cerchi vale quanto il ritorno di tutti; e così tutto il popolo sarà in pace”.

4 Questo parlare piacque ad Absalom e a tutti gli anziani d’Israele.

5 Nondimeno Absalom disse: “Chiamate ancora Hushai, l’Arkita, e sentiamo quel che anch’egli dirà”.

6 E quando Hushai fu venuto da Absalom, questi gli disse: “Ahitofel ha parlato così e così; dobbiam noi fare come ha detto lui? Se no, parla tu!”

7 Hushai rispose ad Absalom: “Questa volta il consiglio dato da Ahitofel non è buono”.

8 E Hushai soggiunse: “Tu conosci tuo padre e i suoi uomini, e sai come sono gente valorosa e come hanno l’animo esasperato al par d’un’orsa nella campagna quando le sono stati rapiti i figli; e poi tuo padre è un guerriero, e non passerà la notte col popolo.

9 Senza dubbio egli è ora nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; e avverrà che, se fin da principio ne cadranno alcuni de’ tuoi, chiunque lo verrà a sapere dirà: Tra la gente che seguiva Absalom c’è stata una strage.

10 Allora il più valoroso, anche se avesse un cuor di leone, si avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode, e che quelli che ha seco son dei valorosi.

11 Perciò io consiglio che tutto Israele da Dan fino a Beer-Sheba, si raduni presso di te, numeroso come la rena ch’è sul lido del mare, e che tu vada in persona alla battaglia.

12 Così lo raggiungeranno in qualunque luogo ei si troverà, e gli cadranno addosso come la rugiada cade sul suolo; e di tutti quelli che sono con lui non ne scamperà uno solo.

13 E s’egli si ritira in qualche città, tutto Israele cingerà di funi quella città e noi la trascineremo nel torrente in guisa che non se ne trovi più nemmeno una pietruzza”.

14 Absalom e tutti gli uomini d’Israele dissero: “Il consiglio di Hushai, l’Arkita, è migliore di quello di Ahitofel”. L’Eterno avea stabilito di render vano il buon consiglio di Ahitofel, per far cadere la sciagura sopra Absalom.

15 Allora Hushai disse ai sacerdoti Tsadok ed Abiathar: “Ahitofel ha consigliato Absalom e gli anziani d’Israele così e così, e io ho consigliato in questo e questo modo.

16 Or dunque mandate in fretta ad informare Davide e ditegli: Non passar la notte nelle pianure del deserto, ma senz’altro va oltre, affinché il re con tutta la gente che ha seco non rimanga sopraffatto”.

17 Or Gionathan e Ahimaats stavano appostati presso En-Roghel; ed essendo la serva andata ad informarli, essi andarono ad informare il re Davide. Poiché essi non potevano entrare in città in modo palese.

18 Or un giovinetto li avea scorti, e ne aveva avvisato Absalom; ma i due partirono di corsa e giunsero a Bahurim a casa di un uomo che avea nella sua corte una cisterna.

19 Quelli vi si calarono; e la donna di casa prese una coperta, la distese sulla bocca della cisterna, e vi sparse su del grano pesto; cosicché nessuno ne seppe nulla.

20 I servi di Absalom vennero in casa di quella donna, e chiesero: “Dove sono Ahimaats e Gionathan?” La donna rispose loro: “Hanno passato il ruscello”. Quelli si misero a cercarli; e, non potendoli trovare, se ne tornarono a Gerusalemme.

21 E come quelli se ne furono andati, i due usciron fuori dalla cisterna, e andarono ad informare il re Davide. Gli dissero: “Levatevi, e affrettatevi a passar l’acqua; perché ecco qual è il consiglio che Ahitofel ha dato a vostro danno”.

22 Allora Davide si levò con tutta la gente ch’era con lui, e passò il Giordano. All’apparir del giorno, neppur uno era rimasto, che non avesse passato il Giordano.

23 Ahitofel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino, e partì per andarsene a casa sua nella sua città. Mise in ordine le cose della sua casa, e s’impiccò. Così morì, e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.

24 Or Davide giunse a Mahanaim, e Absalom anch’egli passò il Giordano, con tutta la gente d’Israele.

25 Absalom avea posto a capo dell’esercito Amasa, invece di Joab. Or Amasa era figliuolo di un uomo chiamato Jithra, l’Ismaelita, il quale aveva avuto relazioni con Abigal, figliuola di Nahash, sorella di Tseruia, madre di Joab.

26 E Israele ed Absalom si accamparono nel paese di Galaad.

27 Quando Davide fu giunto a Mahanaim, Shobi, figliuolo di Nahash ch’era da Rabba città degli Ammoniti, Makir, figliuolo di Ammiel da Lodebar, e Barzillai, il Galaadita di Roghelim,

28 portarono dei letti, dei bacini, de’ vasi di terra, del grano, dell’orzo, della farina, del grano arrostito, delle fave, delle lenticchie, de’ legumi arrostiti,

29 del miele, del burro, delle pecore e de’ formaggi di vacca, per Davide e per la gente ch’era con lui, affinché mangiassero; perché dicevano: “Questa gente deve aver patito fame, stanchezza e sete nel deserto”.

2 Samuele 18

1 Or Davide fece la rivista della gente che avea seco, e costituì dei capitani di migliaia e de’ capitani di centinaia per comandarla.

2 E fece marciare un terzo della sua gente sotto il comando di Joab, un terzo sotto il comando di Abishai, figliuolo di Tseruia, fratello di Joab, e un terzo sotto il comando di Ittai di Gath. Poi il re disse al popolo: “Voglio andare anch’io con voi!”

3 Ma il popolo rispose: “Tu non devi venire; perché, se noi fossimo messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand’anche perisse la metà di noi, non se ne farebbe alcun caso; ma tu conti per diecimila di noi; or dunque è meglio che tu ti tenga pronto a darci aiuto dalla città”.

4 Il re rispose loro: “Farò quello che vi par bene”. E il re si fermò presso la porta, mentre tutto l’esercito usciva a schiere di cento e di mille uomini.

5 E il re diede quest’ordine a Joab, ad Abishai e ad Ittai: “Per amor mio, trattate con riguardo il giovine Absalom!” E tutto il popolo udì quando il re diede a tutti i capitani quest’ordine relativamente ad Absalom.

6 L’esercito si mise dunque in campagna contro Israele, e la battaglia ebbe luogo nella foresta di Efraim.

7 E il popolo d’Israele fu quivi sconfitto dalla gente di Davide; e la strage ivi fu grande in quel giorno, caddero ventimila uomini.

8 La battaglia si estese su tutta la contrada; e la foresta divorò in quel giorno assai più gente di quella che non avesse divorato la spada.

9 E Absalom s’imbatté nella gente di Davide. Absalom cavalcava il suo mulo; il mulo entrò sotto i rami intrecciati di un gran terebinto, e il capo di Absalom s’impigliò nel terebinto, talché egli rimase sospeso fra cielo e terra; mentre il mulo, ch’era sotto di lui, passava oltre.

10 Un uomo vide questo, e lo venne a riferire a Joab, dicendo: “Ho veduto Absalom appeso a un terebinto”.

11 Joab rispose all’uomo che gli recava la nuova: “Come! tu l’hai visto? E perché non l’hai tu, sul posto, steso morto al suolo? Io non avrei mancato di darti dieci sicli d’argento e una cintura”.

12 Ma quell’uomo disse a Joab: “Quand’anche mi fossero messi in mano mille sicli d’argento, io non metterei la mano addosso al figliuolo del re; poiché noi abbiamo udito l’ordine che il re ha dato a te, ad Abishai e ad Ittai dicendo: Badate che nessuno tocchi il giovine Absalom!

13 E se io avessi perfidamente attentato alla sua vita, siccome nulla rimane occulto al re, tu stesso saresti sorto contro di me!”

14 Allora Joab disse: “Io non voglio perder così il tempo con te”. E, presi in mano tre dardi, li immerse nel cuore di Absalom, che era ancora vivo in mezzo al terebinto.

15 Poi dieci giovani scudieri di Joab circondarono Absalom, e coi loro colpi lo finirono.

16 Allora Joab fe’ sonare la tromba, e il popolo fece ritorno cessando d’inseguire Israele, perché Joab glielo impedì.

17 Poi presero Absalom, lo gettarono in una gran fossa nella foresta, ed elevarono sopra di lui un mucchio grandissimo di pietre; e tutto Israele fuggì, ciascuno nella sua tenda.

18 Or Absalom, mentr’era in vita, si era eretto il monumento ch’è nella Valle del re; perché diceva: “Io non ho un figliuolo che conservi il ricordo del mio nome”; e diede il suo nome a quel monumento, che anche oggi si chiama “monumento di Absalom”.

19 Ed Ahimaats, figliuolo di Tsadok, disse a Joab: “Lasciami correre a portare al re la notizia che l’Eterno gli ha fatto giustizia contro i suoi nemici”.

20 Joab gli rispose: “Non sarai tu che porterai oggi la notizia; la porterai un altro giorno; non porterai oggi la notizia, perché il figliuolo del re è morto”.

21 Poi Joab disse all’Etiopo: “Va’, e riferisci al re quello che hai veduto”. L’Etiopo s’inchinò a Joab, e corse via.

22 Ahimaats, figliuolo di Tsadok, disse di nuovo a Joab: “Qualunque cosa avvenga, ti prego, lasciami correr dietro all’Etiopo!” Joab gli disse: “Ma perché, figliuol mio, vuoi tu correre? La notizia non ti recherà nulla di buono”.

23 E l’altro: “Qualunque cosa avvenga, voglio correre”. E Joab gli disse: “Corri!” Allora Ahimaats prese la corsa per la via della pianura, e oltrepassò l’Etiopo.

24 Or Davide stava sedendo fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta dal lato del muro; alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo che correva tutto solo.

25 La sentinella gridò e avvertì il re. Il re disse: “Se è solo, porta notizie”. E quello s’andava avvicinando sempre più.

26 Poi la sentinella vide un altr’uomo che correva, e gridò al guardiano: “Ecco un altr’uomo che corre tutto solo!” E il re: “Anche questo porta notizie”.

27 La sentinella disse: “Il modo di correre del primo mi par quello di Ahimaats, figliuolo di Tsadok”. E il re disse: “E’ un uomo dabbene, e viene a portare buone notizie”.

28 E Ahimaats gridò al re: “Pace!” E, prostratosi dinanzi al re con la faccia a terra, disse: “Benedetto sia l’Eterno, l’Iddio tuo, che ha dato in tuo potere gli uomini che aveano alzate le mani contro il re, mio signore!”

29 Il re disse: “Il giovine Absalom sta egli bene?” Ahimaats rispose: “Quando Joab mandava il servo del re e me tuo servo io vidi un gran tumulto, ma non so di che si trattasse”.

30 Il re gli disse: “Mettiti là da parte”. E quegli si mise da parte, e aspettò.

31 Quand’ecco arrivare l’Etiopo, che disse: “Buone notizie per il re signore! L’Eterno t’ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di tutti quelli ch’erano insorti contro di te”.

32 Il re disse all’Etiopo: “Il giovine Absalom sta egli bene?” L’Etiopo rispose: “Possano i nemici del re mio signore, e tutti quelli che insorgono contro di te per farti del male, subir la sorte di quel giovane!”

33 Allora il re, vivamente commosso, salì nella camera che era sopra la porta, e pianse; e, nell’andare, diceva: “Absalom figliuolo mio! Figliuolo mio, Absalom figliuol mio! Oh foss’io pur morto in vece tua, o Absalom figliuolo mio, figliuolo mio!”

2 Samuele 19

1 Or vennero a dire a Joab: “Ecco, il re piange e fa cordoglio a motivo di Absalom”.

2 E la vittoria in quel giorno si cangiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: “Il re è molto afflitto a cagione del suo figliuolo”.

3 E il popolo in quel giorno rientrò furtivamente in città, com’avrebbe fatto gente coperta di vergogna per esser fuggita in battaglia.

4 E il re s’era coperto la faccia, e ad alta voce gridava: “Absalom figliuol mio! Absalom figliuol mio, figliuol mio!”

5 Allora Joab entrò in casa dal re, e disse: “Tu copri oggi di rossore il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figliuoli, e alle tue figliuole alle tue mogli e alle tue concubine,

6 giacché ami quelli che t’odiano, e odi quelli che t’amano; infatti oggi tu fai vedere che capitani e soldati per te son nulla; e ora io vedo bene che se Absalom fosse vivo e noi fossimo quest’oggi tutti morti, allora saresti contento.

7 Or dunque lèvati, esci, e parla al cuore della tua gente; perché io giuro per l’Eterno che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; e questa sarà per te sventura maggiore di tutte quelle che ti son cadute addosso dalla tua giovinezza fino a oggi”.

8 Allora il re si levò e si pose a sedere alla porta; e ne fu dato l’annunzio a tutto il popolo, dicendo: “Ecco il re sta assiso alla porta”. E tutto il popolo venne in presenza del re. Or quei d’Israele se n’eran fuggiti, ognuno nella sua tenda;

9 e in tutte le tribù d’Israele tutto il popolo stava discutendo, e dicevano: “Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani de’ Filistei; e ora ha dovuto fuggire dal paese a cagione di Absalom;

10 e Absalom, che noi avevamo unto perché regnasse su noi, è morto in battaglia; perché dunque non parlate di far tornare il re?”

11 E il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Tsadok ed Abiathar: “Parlate agli anziani di Giuda, e dite loro: Perché sareste voi ultimi a ricondurre il re a casa sua? I discorsi che si tengono in tutto Israele sono giunti fino alla casa del re.

12 Voi siete miei fratelli, siete mie ossa e mia carne; perché dunque sareste gli ultimi a far tornare il re?

13 E dite ad Amasa: Non sei tu mie ossa e mia carne? Iddio mi tratti con tutto il suo rigore, se tu non diventi per sempre capo dell’esercito, invece di Joab”.

14 Così Davide piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; ed essi mandarono a dire al re: “Ritorna tu con tutta la tua gente”.

15 Il re dunque tornò, e giunse al Giordano; e quei di Giuda vennero a Ghilgal per andare incontro al re, e per fargli passare il Giordano.

16 Shimei, figliuolo di Ghera, Beniaminita, ch’era di Bahurim, si affrettò a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide.

17 Egli avea seco mille uomini di Beniamino, Tsiba, servo della casa di Saul, coi suoi quindici figliuoli e i suoi venti servi. Essi passarono il Giordano davanti al re.

18 La chiatta che dovea tragittare la famiglia del re e tenersi a sua disposizione, passò; e Shimei, figliuolo di Ghera, prostratosi dinanzi al re, nel momento in cui questi stava per passare il Giordano,

19 gli disse: “Non tenga conto, il mio signore, della mia iniquità, e dimentichi la perversa condotta tenuta dal suo servo il giorno in cui il re mio signore usciva da Gerusalemme, e non ne serbi il re risentimento!

20 Poiché il tuo servo riconosce che ha peccato; e per questo sono stato oggi il primo di tutta la casa di Giuseppe a scendere incontro al re mio signore”.

21 Ma Abishai, figliuolo di Tseruia, prese a dire: “Nonostante questo, Shimei non dev’egli morire per aver maledetto l’unto dell’Eterno?”

22 E Davide disse: “Che ho io da fare con voi, o figliuoli di Tseruia, che vi mostrate oggi miei avversari? Si farebb’egli morir oggi qualcuno in Israele? Non so io dunque che oggi divento re d’Israele?”

23 E il re disse a Shimei: “Tu non morrai!” E il re glielo giurò.

24 Mefibosheth, nipote di Saul, scese anch’egli incontro al re. Ei non s’era puliti i piedi, né spuntata la barba, né lavate le vesti dal giorno in cui il re era partito fino a quello in cui tornava in pace.

25 E quando fu giunto da Gerusalemme per incontrare il re, il re gli disse: “Perché non venisti meco, Mefibosheth?”

26 Quegli rispose: “O re, mio signore, il mio servo m’ingannò; perché il tuo servo, che è zoppo, avea detto: Io mi farò sellar l’asino, monterò, e andrò col re.

27 Ed egli ha calunniato il tuo servo presso il re mio signore; ma il re mio signore è come un angelo di Dio; fa’ dunque ciò che ti piacerà.

28 Poiché tutti quelli della casa di mio padre non avrebbero meritato dal re mio signore altro che la morte; e, nondimeno, tu avevi posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua mensa. E qual altro diritto poss’io avere? E perché continuerei io a supplicare il re?”

29 E il re gli disse: “Non occorre che tu aggiunga altre parole. L’ho detto; tu e Tsiba dividetevi le terre”.

30 E Mefibosheth rispose al re: “Si prenda pur egli ogni cosa, giacché il re mio signore è tornato in pace a casa sua”.

31 Or Barzillai, il Galaadita, scese da Roghelim, e passò il Giordano col re per accompagnarlo di là dal Giordano.

32 Barzillai era molto vecchio; aveva ottant’anni, ed avea fornito i viveri al re mentre questi si trovava a Mahanaim; poiché era molto facoltoso.

33 Il re disse a Barzillai: “Vieni con me oltre il fiume; io provvederò al tuo sostentamento a casa mia a Gerusalemme”.

34 Ma Barzillai rispose al re: “Troppo pochi son gli anni che mi resta da vivere perch’io salga col re a Gerusalemme.

35 Io ho adesso ottant’anni: posso io ancora discernere ciò ch’è buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che mangia o ciò che beve? Posso io udire ancora la voce dei cantori e delle cantatrici? E perché dunque il tuo servo sarebb’egli d’aggravio al re mio signore?

36 Solo per poco tempo andrebbe il tuo servo oltre il Giordano col re; e perché il re vorrebb’egli rimunerarmi con un cotal beneficio?

37 Deh, lascia che il tuo servo se ne ritorni indietro, e ch’io possa morire nella mia città presso la tomba di mio padre e di mia madre! Ma ecco il tuo servo Kimham; passi egli col re mio signore, e fa’ per lui quello che ti piacerà”.

38 Il re rispose: “Venga meco Kimham, e io farò per lui quello che a te piacerà; e farò per te tutto quello che desidererai da me”.

39 E quando tutto il popolo ebbe passato il Giordano e l’ebbe passato anche il re, il re baciò Barzillai e lo benedisse, ed egli se ne tornò a casa sua.

40 Così il re passò oltre, e andò a Ghilgal; e Kimham lo accompagnò. Tutto il popolo di Giuda e anche la metà del popolo d’Israele aveano fatto scorta al re.

41 Allora tutti gli altri Israeliti vennero dal re e gli dissero: “Perché i nostri fratelli, gli uomini di Giuda, ti hanno portato via di nascosto, e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua famiglia e a tutta la gente di Davide?”

42 E tutti gli uomini di Giuda risposero agli uomini d’Israele: “Perché il re appartiene a noi più dappresso; e perché vi adirate voi per questo? Abbiam noi mangiato a spese del re? O abbiam noi ricevuto qualche regalo?”

43 E gli uomini d’Israele risposero agli uomini di Giuda: “Il re appartiene a noi dieci volte più che a voi, e quindi Davide è più nostro che vostro; perché dunque ci avete disprezzati? Non siamo stati noi i primi a proporre di far tornare il nostro re?” Ma il parlare degli uomini di Giuda fu più violento di quello degli uomini d’Israele.

2 Samuele 20

1 Or quivi si trovava un uomo scellerato per nome Sheba, figliuolo di Bicri, un Beniaminita, il quale sonò la tromba, e disse: “Noi non abbiamo nulla da spartire con Davide, non abbiamo nulla in comune col figliuolo d’Isai! O Israele, ciascuno alla sua tenda!”

2 E tutti gli uomini di Israele ripresero la via delle alture, separandosi da Davide per seguire Sheba, figliuolo di Bicri; ma quei di Giuda non si staccarono dal loro re, e l’accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme.

3 Quando Davide fu giunto a casa sua a Gerusalemme, prese le dieci concubine che avea lasciate a custodia della casa, e le fece rinchiudere; egli somministrava loro gli alimenti, ma non si accostava ad esse; e rimasero così rinchiuse, vivendo come vedove, fino al giorno della loro morte.

4 Poi il re disse ad Amasa: “Radunami tutti gli uomini di Giuda entro tre giorni; e tu trovati qui”.

5 Amasa dunque partì per adunare gli uomini di Giuda; ma tardò oltre il tempo fissatogli dal re.

6 Allora Davide disse ad Abishai: “Sheba, figliuolo di Bicri, ci farà adesso più male di Absalom; prendi tu la gente del tuo signore, e inseguilo onde non trovi delle città fortificate e ci sfugga”.

7 E Abishai partì, seguito dalla gente di Joab, dai Kerethei, dai Pelethei, e da tutti gli uomini più valorosi; e usciron da Gerusalemme per inseguire Sheba, figliuolo di Bicri.

8 Si trovavano presso alla gran pietra che è in Gabaon, quando Amasa venne loro incontro. Or Joab indossava la sua veste militare sulla quale cingeva una spada che, attaccata al cinturino, gli pendea dai fianchi nel suo fodero; mentre Joab si faceva innanzi, la spada gli cadde.

9 Joab disse ad Amasa: “Stai tu bene, fratel mio?” E con la destra prese Amasa per la barba, per baciarlo.

10 Amasa non fece attenzione alla spada che Joab aveva in mano; e Joab lo colpì nel ventre si che gli intestini si sparsero per terra; non lo colpì una seconda volta e quegli morì. Poi Joab ed Abishai, suo fratello, si misero a inseguire Sheba, figliuolo di Bicri.

11 Uno de’ giovani di Joab era rimasto presso Amasa, e diceva: “Chi vuol bene a Joab e chi è per Davide segua Joab!”

12 Intanto Amasa si rotolava nel sangue in mezzo alla strada. E quell’uomo vedendo che tutto il popolo si fermava, strascinò Amasa fuori della strada in un campo, e gli buttò addosso un mantello; perché avea visto che tutti quelli che gli arrivavan vicino, si fermavano;

13 ma quand’esso fu tolto dalla strada, tutti passavano al séguito di Joab per dar dietro a Sheba figliuolo di Bicri.

14 Joab passò per mezzo a tutte le tribù d’Israele fino ad Abel ed a Beth-Maaca. E tutto il fior fiore degli uomini si radunò e lo seguì.

15 E vennero e assediarono Sheba in Abel-Beth-Maaca, e innalzarono contro la città un bastione che dominava le fortificazioni; e tutta la gente ch’era con Joab batteva in breccia le mura per abbatterle.

16 Allora una donna di senno gridò dalla città: “Udite, udite! Vi prego, dite a Joab di appressarsi, ché gli voglio parlare!”

17 E quand’egli si fu avvicinato, la donna gli chiese: “Sei tu Joab?” Egli rispose: “Son io”. Allora ella gli disse: “Ascolta la parola della tua serva”. Egli rispose: “Ascolto”.

18 Ed ella riprese: “Una volta si soleva dire: Si domandi consiglio ad Abel! ed era affar finito.

19 Abel è una delle città più pacifiche e più fedeli in Israele; e tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi tu distruggere l’eredità dell’Eterno?”

20 Joab rispose: “Lungi, lungi da me l’idea di distruggere e di guastare.

21 Il fatto non sta così; ma un uomo della contrada montuosa d’Efraim, per nome Sheba, figliuolo di Bicri, ha levato la mano contro il re, contro Davide. Consegnatemi lui solo, ed io m’allontanerò dalla città”. E la donna disse a Joab: “Ecco, la sua testa ti sarà gettata dalle mura”.

22 Allora la donna si rivolse a tutto il popolo col suo savio consiglio; e quelli tagliaron la testa a Sheba, figliuolo di Bicri, e la gettarono a Joab. E questi fece sonar la tromba; tutti si dispersero lungi dalla città, e ognuno se ne andò alla sua tenda. E Joab tornò a Gerusalemme presso il re.

23 Joab era a capo di tutto l’esercito d’Israele; Benaia, figliuolo di Jehoiada, era a capo dei Kerethei e dei Pelethei;

24 Adoram era preposto ai tributi; Joshafat, figliuolo di Ahilud, era archivista;

25 Sceia era segretario; Tsadok ed Abiathar erano sacerdoti;

26 (H20-25) òe anche Ira di Jair era ministro di stato di Davide.

2 Samuele 21

1 Al tempo di Davide ci fu una fame per tre anni continui; Davide cercò la faccia dell’Eterno, e l’Eterno gli disse: “Questo avviene a motivo di Saul e della sua casa sanguinaria, perch’egli fece perire i Gabaoniti”.

2 Allora il re chiamò i Gabaoniti, e parlò loro. I Gabaoniti non erano del numero de’ figliuoli d’Israele, ma avanzi degli Amorei; e i figliuoli d’Israele s’eran legati a loro per giuramento; nondimeno, Saul, nel suo zelo per i figliuoli d’Israele e di Giuda avea cercato di sterminarli.

3 Davide disse ai Gabaoniti: “Che debbo io fare per voi, e in che modo espierò il torto fattovi, perché voi benediciate l’eredità dell’Eterno?”

4 I Gabaoniti gli risposero: “Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d’argento o d’oro; e non appartiene a noi il far morire alcuno in Israele”. Il re disse: “Quel che voi direte io lo farò per voi”.

5 E quelli risposero al re: “Poiché quell’uomo ci ha consunti e avea fatto il piano di sterminarci per farci sparire da tutto il territorio d’Israele,

6 ci siano consegnati sette uomini di tra i suoi figliuoli, e noi li appiccheremo dinanzi all’Eterno a Ghibea di Saul, l’Eletto dell’Eterno”. Il re disse: “Ve li consegnerò”.

7 Il re risparmiò Mefibosheth, figliuolo di Gionathan, figliuolo di Saul, per cagione del giuramento che Davide e Gionathan, figliuolo di Saul, avean fatto tra loro davanti all’Eterno;

8 ma il re prese i due figliuoli che Ritspa figliuola d’Aiah avea partoriti a Saul, Armoni e Mefibosheth, e i cinque figliuoli che Merab, figliuola di Saul, avea partoriti ad Adriel di Mehola, figliuolo di Barzillai,

9 e li consegnò ai Gabaoniti, che li appiccarono sul monte, dinanzi all’Eterno. Tutti e sette perirono assieme; furon messi a morte nei primi giorni della mèsse, quando si principiava a mietere l’orzo.

10 Ritspa, figliuola di Aiah, prese un cilicio, se lo stese sulla roccia, e stette là dal principio della mèsse fino a che l’acqua non cadde dal cielo sui cadaveri; e impedì agli uccelli del cielo di posarsi su di essi di giorno, e alle fiere dei campi d’accostarsi di notte.

11 E fu riferito a Davide quello che Ritspa, figliuola di Aiah, concubina di Saul, avea fatto.

12 E Davide andò a prendere le ossa di Saul e quelle di Gionathan suo figliuolo presso gli abitanti di Jabes di Galaad, i quali le avean portate via dalla piazza di Beth-Shan, dove i Filistei aveano appesi i cadaveri quando aveano sconfitto Saul sul Ghilboa.

13 Egli riportò di là le ossa di Saul e quelle di Gionathan suo figliuolo; e anche le ossa di quelli ch’erano stati impiccati furono raccolte.

14 E le ossa di Saul e di Gionathan suo figliuolo furon sepolte nel paese di Beniamino, a Tsela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul; e fu fatto tutto quello che il re avea ordinato. Dopo questo, Iddio fu placato verso il paese.

15 I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele; e Davide scese con la sua gente a combattere contro i Filistei. Davide era stanco;

16 e Ishbi-Benob, uno dei discendenti di Rafa, che aveva una lancia del peso di trecento sicli di rame e portava un’armatura nuova, manifestò il proposito di uccidere Davide;

17 ma Abishai, il figliuolo di Tseruia, venne in soccorso del re, colpì il Filisteo, e lo uccise. Allora la gente di Davide gli fece questo giuramento: “Tu non uscirai più con noi a combattere, e non spegnerai la lampada d’Israele”.

18 Dopo questo, ci fu un’altra battaglia coi Filistei, a Gob; e allora Sibbecai di Huslah uccise Saf, uno dei discendenti di Rafa.

19 Ci fu un’altra battaglia coi Filistei a Gob; ed Elhanan, figliuolo di Jaare-Oreghim di Bethlehem uccise Goliath di Gath, di cui l’asta della lancia era come un subbio da tessitore.

20 Ci fu un’altra battaglia a Gath, dove si trovò un uomo di grande statura, che avea sei dita a ciascuna mano e a ciascun piede, in tutto ventiquattro dita, e che era anch’esso dei discendenti di Rafa.

21 Egli ingiuriò Israele, e Gionathan, figliuolo di Scimea, fratello di Davide, l’uccise.

22 Questi quattro erano nati a Gath, della stirpe di Rafa. Essi perirono per mano di Davide e per mano della sua gente.

2 Samuele 22

1 Davide rivolse all’Eterno le parole di questo cantico quando l’Eterno l’ebbe riscosso dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. Egli disse:

2 “L’Eterno è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore;

3 l’Iddio ch’è la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto ricetto, il mio asilo. O mio salvatore, tu mi salvi dalla violenza!

4 Io invocai l’Eterno ch’è degno d’ogni lode, e fui salvato dai miei nemici.

5 Le onde della morte m’avean circondato e i torrenti della distruzione m’aveano spaventato.

6 I legami del soggiorno de’ morti m’aveano attorniato, i lacci della morte m’aveano còlto.

7 Nella mia distretta invocai l’Eterno, e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, e il mio grido pervenne ai suoi orecchi.

8 Allora la terra fu scossa e tremò i fondamenti de’ cieli furono smossi e scrollati, perch’egli era acceso d’ira.

9 Un fumo saliva dalle sue nari; un fuoco consumante gli usciva dalla bocca, e ne procedevano carboni accesi.

10 Egli abbassò i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine.

11 Cavalcava sopra un cherubino e volava ed appariva sulle ali del vento.

12 Avea posto intorno a sé, come un padiglione, le tenebre, le raccolte d’acque, le dense nubi de’ cieli.

13 Dallo splendore che lo precedeva, si sprigionavano carboni accesi.

14 L’Eterno tuonò dai cieli e l’Altissimo diè fuori la sua voce.

15 Avventò saette, e disperse i nemici; lanciò folgori, e li mise in rotta.

16 Allora apparve il letto del mare, e i fondamenti del mondo furono scoperti allo sgridare dell’Eterno, al soffio del vento delle sue nari.

17 Egli distese dall’alto la mano mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque.

18 Mi riscosse dal mio potente nemico, da quelli che mi odiavano; perch’eran più forti di me.

19 Essi m’eran piombati addosso nel dì della mia calamità, ma l’Eterno fu il mio sostegno.

20 Egli mi trasse fuori al largo, mi liberò perché mi gradisce.

21 L’Eterno mi ha retribuito secondo la mia giustizia, mi ha reso secondo la purità dello mie mani,

22 poiché ho osservato le vie dell’Eterno e non mi sono empiamente sviato dal mio Dio.

23 Poiché ho tenuto tutte le sue leggi davanti a me, e non mi sono allontanato dai suoi statuti.

24 E sono stato integro verso di lui, e mi son guardato dalla mia iniquità.

25 Ond’è che l’Eterno m’ha reso secondo la mia giustizia, secondo la mia purità nel suo cospetto.

26 Tu ti mostri pietoso verso il pio, integro verso l’uomo integro;

27 ti mostri puro col puro e ti mostri astuto col perverso;

28 tu salvi la gente afflitta, e il tuo sguardo si ferma sugli alteri, per abbassarli.

29 Sì, tu sei la mia lampada, o Eterno, e l’Eterno illumina le mie tenebre.

30 Con te io assalgo tutta una schiera, col mio Dio salgo sulle mura.

31 La via di Dio è perfetta, la parola dell’Eterno è purgata col fuoco. Egli è lo scudo di tutti quelli che sperano in lui.

32 Poiché chi è Dio fuor del l’Eterno? E chi è Ròcca fuor del nostro Dio?

33 Iddio è la mia potente fortezza, e rende la mia via perfetta.

34 Egli rende i miei piedi simili a quelli delle cerve e mi rende saldo sui miei alti luoghi.

35 Egli ammaestra le mie mani alla battaglia e le mie braccia tendono un arco di rame.

36 Tu m’hai anche dato lo scudo della tua salvezza, e la tua benignità m’ha fatto grande.

37 Tu hai allargato la via ai miei passi; e i miei piedi non hanno vacillato.

38 Io ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti, e non son tornato addietro prima d’averli annientati.

39 Li ho annientati, schiacciati; e non son risorti; son caduti sotto i miei piedi.

40 Tu m’hai cinto di forza per la guerra, tu hai fatto piegare sotto di me i miei avversari;

41 hai fatto voltar le spalle davanti a me ai miei nemici, a quelli che m’odiavano, ed io li ho distrutti.

42 Hanno guardato, ma non vi fu chi li salvasse; han gridato all’Eterno, ma egli non rispose loro;

43 io li ho tritati come polvere della terra, li ho pestati, calpestati, come il fango delle strade.

44 Tu m’hai liberato dalle dissensioni del mio popolo, m’hai conservato capo di nazioni; un popolo che non conoscevo m’è stato sottoposto.

45 I figli degli stranieri m’hanno reso omaggio, al solo udir parlare di me, m’hanno prestato ubbidienza.

46 I figli degli stranieri son venuti meno, sono usciti tremanti dai loro ripari.

47 Viva l’Eterno! Sia benedetta la mia ròcca! e sia esaltato Iddio, la ròcca della mia salvezza!

48 l’Iddio che fa la mia vendetta, e mi sottomette i popoli,

49 che mi trae dalle mani dei miei nemici. Sì, tu mi sollevi sopra i miei avversari mi riscuoti dall’uomo violento.

50 Perciò, o Eterno, ti loderò fra le nazioni, e salmeggerò al tuo nome.

51 Grandi liberazioni egli accorda al suo re, ed usa benignità verso il suo unto, verso Davide e la sua progenie in perpetuo”.